Madonna, Santo Stefano e Giovanni Battista – Francesco Parmigianino

Madonna, Santo Stefano e Giovanni Battista   Francesco Parmigianino

Parmigianino dipinto “Madonna, Santo Stefano e Giovanni Battista”, legno, olio. Lo sviluppo di un’incisione del circolo maneristico, nello sviluppo del quale il Parmigianino ha avuto un ruolo importante, determina la passione per gli effetti pittorici puramente decorativi. Il suo nome è strettamente correlato allo sviluppo in Italia del XVI secolo di due nuovi tipi di incisione – acquaforte e incisione xilografica a colori, che ha attirato i manieristi con ampie opportunità di soluzioni pittoriche e decorative.

Il Parmigianino fu uno dei primi maestri di incisione, quindi ricevette la più ampia distribuzione in Europa.

Nelle poche incisioni dell’artista italiano, come La posizione nella bara, L’Adorazione dei Magi, Tais e altri, i dettagli dell’incisione, il suo tratto irregolare e intermittente sono subordinati al desiderio di trasmettere il bizzarro, misterioso gioco di luci e ombre, per informare l’intero quadro di fluttuazione e assenza di gravità. L’emergere di xilografie colorate, che ha ottenuto un riconoscimento particolarmente diffuso nel cerchio del mantello, era originariamente associato a Venezia, dove le tendenze pittoriche apparvero nell’incisione nel primo decennio del XVI secolo.

Hugo da Carpi, l’inventore della colorata incisione su legno, il cosiddetto “kyaroskuro”, lavorò a Venezia per diversi anni e ricevette un brevetto per la sua invenzione dal Senato veneziano nel 1516. Introducendo la stampa da più schede e sostituendo il motivo lineare con una macchia, Hugo da Carpi annunciò l’incisione della pittuosità di un motivo a pennello libero e ampio. Tuttavia, sebbene la ricerca di Hugo da Carpi sia per molti aspetti vicina alle aspirazioni creative dei maestri di Venezia, ha un carattere unilaterale per la pittura ed è subordinato alla ricerca di effetti decorativi.

Ciò è già evidente nelle incisioni su cartoni di Raffaello per arazzi, realizzate poco dopo che Hugo da Carpi si trasferì a Roma, e in misura ancora maggiore caratterizza i suoi fogli successivi, realizzati secondo i disegni del Parmigianino, ad esempio “Diogene”.

L’ulteriore sviluppo dell’arte del kyaroskuro fu fortemente influenzato dal Parmigianino, i cui disegni servirono come materiale principale per la riproduzione fino alla fine del XVI secolo. Negli ultimi anni della sua vita il maestro non ha quasi mai fatto pittura, la sua pittura “Madonna, Santo Stefano e Giovanni Battista” è solo un tentativo di tornare nel mondo della grande arte, ma piuttosto solo la necessità di guadagnare qualche soldo.

L’alchimia non solo distrasse l’artista dalla sua principale vocazione, ma causò anche la morte prematura. La “comunicazione” costante con il mercurio, l’inalazione continua dei suoi vapori ha portato il pittore alla febbre e alla diarrea e si è bruciato in pochi giorni. Parmigianino fu seppellito, come aveva lasciato in eredità, completamente nudo, con una croce di cipresso arcipastorale sul petto, nella chiesa dei fratelli Serviti non lontano da Parma e Casalmaggiore.

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