Gesù, circondato da quattro tormentatori, appare davanti allo spettatore con uno sguardo di solenne umiltà. Due guerrieri prima dell’esecuzione incoronarono la testa con una corona di spine. Le loro opinioni sono piene di responsabilità a sangue freddo e allo stesso tempo vera o falsa simpatia. Uno addirittura incoraggia Cristo mettendo una mano sulla sua spalla.
Lui, come Giuda, è persino pronto a baciare la sua vittima. Ma il bastone, che il guerriero tiene con la mano sinistra, molto presto dovrà spingere le spine spinose più profonde sulla fronte del Salvatore.
Un colletto con spine affilate, indossato intorno al collo di un guerriero a destra, un mistero per i ricercatori. Tali collari venivano indossati sui cani per proteggerli dall’attacco dei lupi. È anche noto che, ai tempi di Bosch, un gentiluomo, condannato all’esilio per sospetto di complicità nell’omicidio, stava camminando per le strade con un collare a spillo dorato per “proteggersi dagli abitanti di Gand”. Il colletto qui è senza dubbio un simbolo che Bosch ha voluto trasmettere allo spettatore.
In basso, due farisei preparano Cristo per l’imminente flagellazione: uno lo afferra per i suoi vestiti, l’altro lo prende in giro in modo amichevole. Sul cappuccio di un fariseo con la barba, puoi vedere tre segni: una stella, una mezzaluna e qualcosa che ricorda la lettera “A”. Apparentemente, avrebbero dovuto indicare la sua affiliazione con gli ebrei. Il numero “quattro” – il numero rappresentato dai torturatori di Cristo – si distingue dai numeri simbolici da una particolare ricchezza di associazioni, è associato alla croce e alla piazza.
Quattro parti del mondo; quattro stagioni; quattro fiumi in paradiso; quattro evangelisti; quattro grandi profeti: Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele; Quattro temperamenti: sanguigno, collerico, malinconico e flemmatico.
Molti ricercatori credono che le quattro facce malvagie dei tormentatori di Cristo siano i portatori dei quattro temperamenti, cioè di tutti i tipi di persone. Due facce sopra sono considerate l’incarnazione del temperamento flemmatico e malinconico, sotto – sanguigna e collerica.
Il Cristo senza passione è posto al centro della composizione, ma la cosa principale qui non è lui, ma il male trionfante, che ha accettato le immagini dei tormentatori. Il male sembra a Bosch essere un legame naturale in un certo ordine di cose. Se nei trittici dell’altare considera le radici del male, passando nel passato del genere umano, nel peccato dei progenitori, allora nella scena della Passione cerca di penetrare l’essenza della natura umana: indifferente, crudele, assetato di occhiali sanguinanti, ipocrita ed egoista.
Prima di Bosch, l’arte non era mai diventata così concreta come il trasferimento delle sfumature più complesse dell’anima umana, ma non affondò così profondamente nelle sue oscure profondità.