Allegoria con Venere e Cupido – Agnolo Bronzino

Allegoria con Venere e Cupido   Agnolo Bronzino

Questa allegoria fu ordinata all’artista dal duca Cosimo I Medici, che la intendeva come un dono al re francese Francesco I. Il simbolismo di questa scena sensuale non può essere interpretato in modo inequivocabile. Venere, baciando suo figlio Amur, tiene una mela in una mano e una freccia nell’altra. Questa immagine centrale viene solitamente spiegata come un’allegoria dell’Amore, che accompagna sempre la Bellezza.

Una figura con una faccia dolorosamente distorta dietro Cupido, gli storici dell’arte hanno sempre interpretato la gelosia.

Tuttavia, in tempi recenti, i ricercatori sembrano concordare sul fatto che il Bronzino potrebbe aver investito un significato più generalizzato in questa immagine. Un ragazzo con i boccioli di rosa nelle sue mani molto probabilmente incarna il piacere. Una figura con un bel viso da ragazza può simboleggiare il tradimento. La scena è scritta sullo sfondo di una coperta blu, che Chronos e Oblivion detengono.

Nota che Chronos non lascia cadere immediatamente il velo, come per dire: “C’è un tempo per tutto”. Venere e Cupido sono raffigurati sullo sfondo di una coperta blu dipinta con l’ultramarina, la vernice più costosa in quel momento.

Ultramarine è stato ottenuto dal lapislazzuli, un prezioso minerale consegnato in Europa dall’Afghanistan. Questo pigmento valeva più dell’oro. Un uso così stravagante e antieconomico di preziose pitture in questo caso è facilmente spiegabile: il duca Cosimo Medici voleva fare un vero dono reale a un altro potente sovrano. La coperta blu crea l’illusione di una tenda da teatro, “chiudendo” lo “sfondo” dell’immagine dallo spettatore.

L’artista in questo caso non è interessato alla profondità – è molto più importante per lui avvicinare Venere e Cupido quasi allo spettatore.

La composizione della tela ricorda in molti modi i cartoni che il Bronzino ha creato per la bottega degli arazzi di Cosimo Medici. Questo dà ai ricercatori qualche motivo per credere che questa allegoria avrebbe potuto essere trasformata in una sorta di “studio” dell’arazzo ormai perduto.

Con forme perfette, le figure di Venere e Cupido assomigliano a statue antiche. Questa somiglianza è sottolineata dalla levigatezza del marmo della loro pelle rosa pallida. Il gesto con cui Cupido tocca la testa di Venere sembra sia stilizzato che pieno di grazia naturale. Sembra che stia per rimuovere la corona dalla testa di sua madre, e i suoi capelli dorati si spargeranno sulle sue spalle con onde meravigliose.

Bronzino scrisse attentamente ogni capello tra i capelli di una dea e ogni perla nella sua corona.

La dea dell’amore Venere e suo figlio Amur sono forse i personaggi mitologici più frequenti nella pittura europea. Appaiono davanti allo spettatore in una varietà di forme, ma simboleggiano, di regola, una cosa: l’amore sensuale, i suoi piaceri e la farina, i fiori e le spine. Cupido – il frutto dell’amore di Venere e Marte – era considerato tra i Greci il più giovane degli dei olimpici.

I Greci lo rappresentavano come un bellissimo giovane, definendolo “dai capelli d’oro”, “dalle ali d’oro”, “come il vento”. Come Afrodite, era il colpevole dell’amore passionale e il proprietario dei cuori umani. Ma una volta il dio stesso dell’amore non ha potuto resistere al sentimento di conquista, essendosi innamorato della ragazza terrena, Psiche.

Questa storia poetica fu raccontata al mondo da Apuleio, che vi unì vari miti su Amore e Psiche. Secondo Apuleio, Psiche, la figlia del re, era così bella che Venere stessa la invidiava. La dea mandò suo figlio da lei in modo che potesse far innamorare la ragazza del peggior mostro sulla terra. Ma Cupido, vedendola, non riuscì a realizzare il piano di sua madre.

Lui stesso si innamorò di Psiche e la portò nel suo palazzo. Psiche era felice di vivere con il suo amante. Solo uno non le dava tranquillità: Cupido le proibiva di imparare da lui chi è, e la visitava sempre nel buio della notte. La curiosità della ragazza divampò sempre di più. Le sorelle di Psiche, che la visitarono e invidiarono il lusso con cui Cupido circondava la ragazza fortunata, aggiunsero combustibile al fuoco.

Per avvelenare la sua gioia con qualcosa, forse lo notarono il suo benefattore non appare alla luce del giorno a causa della sua deformità. La psiche è stata punto nel cuore.

Una notte, quando Cupido dormiva tra le sue braccia, non sopportava la suspense, accendeva la lampada a petrolio, volendo guardarlo in faccia. Le sembrava così bello che lo guardò e si dimenticò di tutto. Cupido non poteva sapere che l’amato ha violato il suo divieto. Ma la lampada tremò nella tenera mano di Psiche e una goccia di olio bollente cadde sulla spalla del dio.

Cupido si svegliò e con rabbia lasciò l’ingannatore, lasciandola a soffrire per il suo atto avventato. Venere gonfiata. Per restituire l’Amur, Psiche dovette viaggiare per tutta la terra, eseguendo ordini sofisticati del perfido Cipride.

La povera ragazza è persino scesa nei palazzi oscuri di Aida – lì ha dovuto prendere l’acqua viva. Pentito dalla rabbia, Cupido chiese anche a Zeus di restituirgli il suo amore. Il lungo calvario di amanti separati finì, come si addice,

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