Venere, Adone e Cupido – Annibale Carracci

Venere, Adone e Cupido   Annibale Carracci

Putti e amorini appaiono su molte tele mitologiche di Annibale Carracci. Questi personaggi, il nostro eroe, apparentemente preso in prestito da Raffaello. Nel dipinto “Venere, Adone e Cupido”, il piccolo angelo è solo uno: è il dio alato dell’amore, Cupido. Prima di intraprendere il “Trionfo di Bacco e Arianna”, Carracci fece un ottimo lavoro preparatorio.

Ha accuratamente allineato la composizione degli affreschi e ha selezionato i colori necessari.

Questi ultimi si sono sbiaditi drammaticamente di volta in volta e solo durante il recente restauro è stato possibile ripristinare la loro luminosità originale. Il maestro scrisse “Trionfo” nella tecnica tradizionale “buon affresco”, applicando la vernice su intonaco grezzo. Si noti che Carracci divenne il primo pittore dai tempi di Michelangelo, che fece un lavoro così scrupoloso sull’affresco, senza abbassare una sola fase preparatoria.

Allo stesso modo di Michelangelo, realizzò dalla natura un gran numero di disegni preliminari di singole figure e gruppi, quindi trasferì questi schizzi su cartone a grandezza naturale, da cui la composizione fu trasferita sul soffitto della galleria Farnese.

Presta attenzione al piccolo angelo con una ciotola. Il suo corpo rosa contrasta meravigliosamente con i toni freddi del cielo. Il tessuto fluido è diviso in aree distinte di luce e ombra e il chiaroscuro più morbido e graduale aggiunge volume al corpo dei putti.

La figura del putti è raffigurata in prospettiva, che parla ancora una volta dell’alta maestria di Carracci-risovalytsika. All’angelo sembrava davvero volare attraverso il cielo, Carracci lo scrisse in una prospettiva molto difficile.

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