La tela “Siesta” è stata scritta nel 1894, tuttavia, per qualche motivo Gauguin non l’ha menzionata nel suo “diario di Tahiti”.
L’immagine a prima vista attira con la sua interpretazione insolita. In primo luogo, se lo confrontiamo con altre tele tahitiane, possiamo immediatamente notare che c’è più realismo in esso – il pittore non va più oltre la struttura del mondo esistente, non cerca di dare alla trama un certo enigma o omifologizirovat. In secondo luogo, Gauguin si è avvicinato più liberamente alla composizione: di fronte a noi sembra che l’immagine non sia stata costruita esattamente, ma un’istantanea, in cui ognuna ha scoperto come è andata a finire.
Sembra che l’artista abbia pensato per la prima volta, forse la vita non si svolge nell’ampia distesa di un’isola esotica, piena di leggende e di un ricco passato mitologico, ma solo nei limiti di una casa normale? Tutta l’azione del dipinto si svolge sulla veranda, dove si sono radunate quattro donne. Il personaggio centrale è l’ironia, che è impegnato con i suoi soliti affari.
In primo piano è la donna che è venuta con la spesa. Questo maestro di eroina voltò le spalle allo spettatore.
Tutte le ragazze sono vestite con abiti coloniali, luminosi, moderni. Tuttavia, nessuna invasione civile, anche sotto forma di abiti alla moda, ha scosso l’usuale usura delle donne tahitiane: sono ancora occupati con i loro affari e vivono nel mondo familiare.
La conchiglia civilizzata è solo il lato esterno, non un’entità sostitutiva – o l’ha proclamata, o l’autore della tela si è convinto. Come sapete, Gauguin è arrivato sull’isola per questa verginità, natura selvaggia, esotica, ancora incontaminata dagli europei. Tuttavia, molto presto Gauguin rimarrà deluso da queste idee, visto che lo stile di vita tahitiano è invariabilmente inferiore a quello europeo, rimanendo solo nei dipinti del grande e non riconosciuto Gauguin.