Il dipinto di Parmigianino “Galeazzo Sanvital, principe Fontanelatto”. Le dimensioni dell’immagine sono 109 x 81 cm, legno, olio. Già nei primi tempi, Parmigianino si è dimostrato un eccezionale ritrattista, in grado di enfatizzare in modo impressionante la nobiltà aristocratica dei suoi modelli e avvolgerli, grazie ai dettagli emblematici dell’entourage, con un’aura di segreti significativi.
Tale è il ritratto di Galeazzo Sanvital, scritto dall’artista nel 1524. Nonostante gli attributi militari, il quadro è permeato di sottile aristocrazia e moderata dignità. Il volto del giovane principe, pieno di spiritualità e nobiltà, merita attenzione con occhi curiosi e attenti.
Il ritratto occupa un posto speciale nell’opera del maestro italiano: questo è l’unico genere in cui l’arte del manierismo ha mantenuto un certo contatto con la realtà. I ritratti di Parmigianino, che insieme al Bronzino, fu il più grande ritrattista della direzione manierista, sono caratterizzati da una grande incoerenza, ma rappresentano un fenomeno estetico molto significativo.
Alcuni di essi portano una chiara impronta della crisi della visione del mondo del maestro: l’immagine di una persona in essi è privata di brillante specificità e pienezza, la rappresentatività di solito viene creata non dal significato eroico dell’immagine, ma dalla magnificenza e dallo splendore degli accessori. D’altra parte, l’artista è riuscito a catturare nell’anima di un contemporaneo un crollo, una confusione, un’ansia interni, che informano alcuni suoi ritratti di spiritualità ansiosa, note di dolore mentale nascosto o profonda fantasticheria malinconica.