Nel tardo periodo della creatività Tiziano fu catturato dalla creazione di dipinti pieni di drammaticità su soggetti cristiani, ma l’antichità lo attirava ancora. L’artista ha condiviso la convinzione dei neoplatonisti secondo cui la contemplazione della bellezza eleva l’uomo. Cioè, la bellezza aveva un significato religioso per lui.
Ecco perché questo lavoro, conosciuto con nomi diversi, non è solo un gioco di fantasia artistica sui temi della mitologia: Venere benda gli occhi Cupido e una delle ninfe gli dà un arco in modo che le frecce dell’amore possano essere avviate a caso.
L’attenzione è attratta soprattutto da belle donne, i loro volti con lineamenti classici, pelle chiara e dorata, capelli setosi, gesti morbidi. Venere è piena di calma dignità, il vivace calore che emana da lei è sottolineato da Cupido sepolto nella spalla della dea dell’amore – si aggrappò a lei come un bambino a sua madre.
La bellezza assume questa immagine materna, che dà inizio alla vita. Si ha l’impressione che la pittura di Tiziano respira, e per una buona ragione: quando questo lavoro è stato creato, era arrivato a un nuovo stile di pittura. Le sue tele di quel periodo sembrano ravvicinate come un gruppo di tratti disposti in modo caotico, ma non appena lo spettatore fa qualche passo indietro, vedrà come le immagini tessute dal colore e dalla luce nascono letteralmente davanti ai suoi occhi.