Dipinto dell’artista francese Francois Boucher “Venere e Vulcano con armi per Enea”. La dimensione del dipinto è di 252 x 175 cm, olio su tela. Enea, nella mitologia antica, è uno dei principali difensori di Troia, il leggendario antenato dei romani.
I genitori di Enea, secondo Virgilio, erano Anchise, nipote del re di Troia Il, cugino di Priamo e la dea Venere.
Secondo la leggenda, in gioventù Anchise era straordinariamente bella e, innamorandosi di lui, la dea della bellezza, Venere, gli diede un figlio, Enea, mentre gli dava la promessa di non dire a nessuno del loro amore. Anchise non poteva resistere, se ne vantava con i suoi amici, per il quale era stato punito: il dio del tuono Zeus lo colpì con la cecità. Secondo gli antichi miti italiani, Venere fece appello a suo marito Vulcano per forgiare armi magiche e armature per Enea, che avrebbe preso parte attiva alla guerra di Troia.
Secondo l’Iliade di Omero, Enea fuggì dalla morte nella guerra di Troia grazie all’intervento degli dei, poiché era destinato a continuare la dinastia dei re di Troia e a far rivivere le glorie dei Troiani su un’altra terra. Nelle battaglie di Troia, Enea prese parte attiva; in combattimenti con Diomede e Achille, fu risparmiato dalla morte di Venere per la prima volta e di Poseidone per la seconda volta.
Questa versione ha costituito la base dell’Eneide di Virgilio, che è la fonte principale nel presentare il mito di Enea. Le trame del mito di Enea furono spesso utilizzate in letteratura, arti visive e musica nel Rinascimento e nel New Age.