Venere e vulcano – Bartholomeus Spranger

Venere e vulcano   Bartholomeus Spranger

Il dipinto “Venere e vulcano” è stato dipinto da un artista fiammingo Bartolomeo Spranger a Praga, finito un anno prima della morte del pittore. Dimensioni del dipinto 140 x 95 cm, olio su tela. Un vulcano, nella mitologia, la divinità del fuoco e della metallurgia, secondo Varro, passò ai romani dalle Sabine.

La parola Vulcano non ha un’etimologia inequivocabile in latino.

Il culto di Vulcano era originariamente associato al sacrificio umano. Ciò è indicato dalla notizia di Varro, confermata da altri scrittori, che durante la festa dei vulcani, le persone hanno gettato nel fuoco pesci vivi e altri animali, sacrificandoli invece delle anime umane. Il carattere antropofagico del culto è anche indicato dal mito del figlio di Vulcano, il cannibale Cacus sputafuoco, che viveva sul monte Aventino, in una grotta circondata dai resti di corpi umani divorati da loro.

Gli antichi scrittori romani menzionano la prima moglie di Vulcano, chiamandola una – Maya, altre – Mayesta. Altri miti, identificando Vulcano con il greco Efesto, lo combinano con la dea della bellezza, Venere. I figli di Vulcano di donne mortali furono venerati dal re romano Servio Tullio e dal fondatore della città di Prenesta Tsekul.

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