Una delle opere più brillanti e profonde di Boccioni è The State of the Soul. In una serie di tele presumibilmente scritte “stato mentale” e l’artista stesso, e il mondo che lo circonda. Linee nervose, cristalli a strati casuali creano uno sfondo di subconscio caotico, immagini “degenerate” da esso, che, a loro volta, causano associazioni con animali, macchine, persone nello spettatore.
Le figure oscure e i volti nebbiosi di qualcuno appaiono inaspettatamente, “fluttuando” dalle strade secondarie del mondo artistico e intuitivo di Boccioni.
A partire dal seguire le “prescrizioni” di Marinetti, il fondatore del futurismo italiano, Boccioni divenne gradualmente teorico di una nuova direzione nella pittura. Mescolare cose molto distanti tra loro, evitando il desiderio stesso di completare la composizione, come se aprirlo dall’interno, lasciando che lo spazio circostante e rivelando così l’essenza della cosa stessa siano caratteristiche del lavoro di Boccioni.
L’artista è noto per il suo disprezzo per la forma in quanto tale, il suo approccio alla soluzione cromatica della composizione. Nelle sue opere combinate appariscente e spettrale, a volte veniva negato il concetto stesso di armonia pittorica e integrità. Il suo “fare le cose” nella scultura Boccioni già all’inizio del XX secolo. gettò le basi per la direzione futura nell’arte – la pop art.
Nel 1915, Boccioni, di propria iniziativa, si unì ai ranghi delle truppe regolari e presto morì, diventando vittima di un incidente – una caduta da cavallo. Avendo perso il loro leader e la mente, un gruppo di futuristi italiani presto crollò.