Girolamo di Benvenuto lavorava principalmente a Siena e dintorni, quindi St. Caterina, la patrona di questa città, appare spesso nelle sue opere. Su un piccolo pannello, il cui tempo di creazione è sconosciuto, viene trasmesso un episodio della leggenda su di lei e su un’altra suora domenicana di nome Palmertina.
Contrariamente ai tentativi di Caterina di fare la pace con Palmertina, si nutrì della santa rabbia inconciliabile. Nonostante ciò, quando Palmertina si ammalò mortalmente, Catherine pregò di non essere condannata all’eterno tormento, morendo senza pentimento. La prima parte del pannello raffigura Cristo circondato da putti, che apparve a Caterina durante la preghiera e la avvertì che Palmertina non era salvata; dietro Catherine, il diavolo, di solito in servizio sul letto di morte dei peccatori, per rapire le loro anime, tiene nelle loro zampe una lunga lista di peccati di Palmertin.
Le preghiere di Caterina alla fine persuasero Cristo a non lasciare morire Palmertina fino a quando non si pentì, privando così il diavolo della preda. Sul palco sul lato destro del pannello, Catherine e il monaco sono presenti sul letto di morte di Palmertina, che alla fine si pentì completamente e fece pace con il santo. ST. EKATERINA SIENSKAYA.
Catherine resistette ai tentativi dei genitori di sposarla e si unì all’ordine domenicano per prendersi cura dei poveri e dei malati. Ha sperimentato molte prove mistiche: in una di esse, Cristo le ha offerto una scelta di due corone: oro e spine, e ha scelto le spine; nell’altra ha ricevuto lo stigma; e, come Caterina d’Alessandria, entrò in un matrimonio mistico con Cristo.
Catherine dedicò tutta la sua vita a rafforzare e purificare il potere papale. È considerata la patrona d’Italia ed è venerata nella sua città natale di Siena, dove Domenico Beccafumi la ritrasse in abiti monastici bianchi, ricevendo lo stigma. Su altri dipinti, indossa abiti bianchi e neri dell’ordine domenicano, può contenere un giglio o un rosario o mostrare i suoi stimmi.