San Girolamo – Tiziano Vecellio

San Girolamo   Tiziano Vecellio

La parte arrotondata del pannello è un’aggiunta successiva, come mostrato da copie come nell’Accademia di San Luque, a Roma. Ridolfi menziona il dipinto come se fosse nella chiesa di Santa Maria Nuova, a Venezia, da cui fu tratto nel 1808 a Brera.

Una radura nei boschi è immersa nei riflessi di un tramonto infuocato e le pietre e la pelle di un vecchio eremita trasudano la stessa fluorescenza oro antico. Questa fiamma colorata è un vero soggetto di pittura. Al centro della composizione manierista, l’intersezione delle diagonali non è fine a se stessa, ma sottolinea la vitalità della natura selvaggia e suggerisce che il vento soffia.

Avendo rotto il vecchio rapporto tra la pittura tonale e gli effetti del crepuscolo, Giorgione e Tiziano si dedicarono allo stile monumentale. Dopo il solo principio di dare la più forte emozione visiva, ha raggiunto la massima libertà lirica. Il successo e la popolarità di questo dipinto mostrano l’esistenza di numerose repliche, tra cui una realizzata da Rubens ad Haarlem e l’altra da Brusasorci a Rovereto.

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