Edvard Munch scrive “Morning” nel ventiduesimo anno di vita. A quel tempo, già per il secondo anno, era uno studente di Christian Krogh, ed è del tutto naturale che la sua opera di quel periodo incarni i principi dell’arte realistica predicati da questo maestro.
Sulla tela raffigurata di profilo una ragazza seduta su un letto. I ricercatori suggeriscono che il maestro l’ha presentata al momento del vestirsi o, come era solito dire all’epoca, al momento della toilette mattutina, e l’artista ammira il suo modello da una distanza insolitamente vicina per dipinti di questo tipo.
La composizione dell’opera è curata nei minimi dettagli: il giovane sognatore si trova al centro dello spazio compositivo, apparentemente rigoroso e ordinato grazie ad un ritmo semplice ma chiaro di linee verticali che definiscono la testata del letto, la spalla sinistra della figura, le pieghe delle lenzuola e i pannelli delle pareti. I dettagli di abbigliamento e biancheria da letto sono presentati liberamente e le forme e i colori sono soggetti al carattere generale. Il sottile gioco di luci e ombre provoca una vibrazione visibile dell’intera superficie della tela e, in definitiva, crea una sensazione di ansia e tensione.
In una lettera al suo amico, Munch scrive, non senza orgoglio, che Christian Krog ha definito questa immagine “perfetta”. Quando l’artista nel 1895 presentò la “Mattina” nella galleria di Parigi, le opinioni della critica erano molto contraddittorie, ma c’erano ancora recensioni più positive. Perfino Georges Nanteay, l’editore della rubrica di notizie culturali sul quotidiano Evening Paris, che ha sempre considerato l’artista norvegese un “pittore molto sbilanciato e mediocre”, scrive nella sua recensione: “In un caso mi sbagliavo un po ‘: l’immagine Morning dimostra che questo maestro è davvero molto promettente, nel senso che è capace di molto “.