Il nome Francesco Guardi è associato a Venezia – la città in cui nacque e morì, studiò pittura e dipinse paesaggi. Al giorno d’oggi, il lavoro di Guardi è collegato alla transizione nella scuola veneziana dal protagonista – il paesaggio esatto documentario – al paesaggio urbano, basato su impressioni personali, il “paesaggio dell’umore”. Tuttavia, durante la vita di Guardi non era famoso, le sue opere non ebbero particolare successo.
Solo nei secoli XIX-XX. il lavoro dell’artista è stato apprezzato. Le immagini di Venezia eseguite da Guardi sono romanticamente tristi, eleganti-tristi. La città sotto il suo pennello è una straordinaria costruzione satura dell’eccitazione e della saggezza di secoli, che possiede la forza attraente dell’antichità. Nel 1760, dopo la morte di suo fratello Giovanni Antonio, Francesco Guardi iniziò a supervisionare il suo laboratorio di pittura.
Durante questi anni, ricevette un ordine per una serie di dodici dipinti in occasione dell’entrata in carica del nuovo Doge di Venezia, Alvizo IV Mocenigo.
Durante l’esecuzione dell’ordine, Guardi fu accusato dell’uso dei disegni di Canaletto incisi da J. B. Bruston. La serie creata dall’artista combinava l’abbagliamento e la pomposità delle immagini con la raffinatezza approfondita insita in Guardi nell’interpretazione dell’ambiente luce-aria. Altre opere famose: The Grey Lagoon. Galleria Poldi Pezzoli, Milano; “Incendio nel quartiere di San Marcuola.” Galleria dell’Accademia, Venezia; “Paesaggio. Tramonto”.
Galleria Ambrosiana, Milano.