Immagine paranoica astrale – Salvador Dali

Immagine paranoica astrale   Salvador Dali

“Immagine astrale-paranoica” – il lavoro del surrealista Salvador Dalì dai primi passi della creazione è stato strappato in pezzi che non avevano radici o significato. È stato creato dal maestro nel periodo della critica del suo lavoro e dell’attribuzione di molte opere alla caricatura, alla vigilia di una lite con il mondo dei surrealisti e la nascita della sua famosa affermazione: “Il surrealismo sono io”. L ‘”immagine” proposta di Dalì può essere suddivisa in diverse incarnazioni. Queste sono singole figure, intervallate casualmente nella tela in modo caotico – ora appaiono, poi si cristallizzano sullo sfondo in un miraggio.

L’attenzione si aggrappa alla diversità delle immagini e, inoltre, alla loro appartenenza a epoche e classi diverse. Il miraggio e la presenza della stregoneria sono suggeriti dalla nave conchiglia lanciata da Dalì in qualche modo assurdamente alla ribalta. E ovunque sabbia, sabbia… Pittura, proposta dall’autore nell ‘”immagine astrale-paranoica”, come sempre fresca nella pittura e nell’aria.

Assomiglia ad un acquerello molto secco, scorre dall’ocra dorata all’azzurro sbiancato senza un pizzico di olio grasso. La tecnica eccezionale e il possesso di pigmento hanno sempre caratterizzato il talento di Dalian.

Nonostante l’orizzonte viola, l’immagine di Salvador brucia semplicemente con il caldo e l’aereo caldo. Ombre corte contrastanti parlano di un disco solare al suo apice in un cielo senza nuvole. Una tavolozza calda e una terra quasi vuota ai margini di un mare infinito e senza peso suscitano sete e desiderio di ubriacarsi.

La distesa dell’orizzonte in uscita distrae dalle piccole persone, trasformandole in fastidiose “mosche” incollate all’impeccabile purezza del paesaggio. Questo è il surrealismo di Dalì e della sua paranoia, una spruzzata di fobie e paure dei bambini sull’aereo, che è stato l’unico a capire la fantasia malata dell’autore. E forse questo è un artista dei sogni narcotici?

Sebbene si considerasse una droga, sostenendo che “Dalì è una droga, senza la quale non si può più fare…”.

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