I pittori prima della natura di Bruegel sembravano durare per sempre in estate. Bruegel è stato il primo a imparare come comunicare il cambiamento delle stagioni e i cambiamenti associati nella vita di una persona.
Davanti a noi c’è un paesaggio cupo all’inizio della primavera. In primo piano – una collina coperta di alberi. Ovviamente, c’è stata una tempesta qui – è stata lei a abbattere un albero sulla destra, e ora sembrava aver coperto i rami di una collina.
I contadini tagliano rami spogli degli alberi e li raccolgono in fasci. Qui ci sono due adulti e un ragazzo con un cappello di carnevale di carta, con una lanterna in mano. Una campana è sospesa alla cintura.
La presenza stessa dei contadini, i loro movimenti professionali e fiduciosi animano questa lugubre località, alleviano la sensazione di dura senzatetto, riempiono lo spazio di calore umano.
Sotto la collina c’è un villaggio con una locanda e una chiesa. Le case che sono coperte di paglia o piastrelle, sono affollate, si trovano vicine l’una all’altra, come per proteggere il calore e il comfort di ognuna di esse. Tra le case ci sono alberi bassi spogli.
La strada di campagna è coperta di fango umido. Fuori dal villaggio sulla pianura c’è un giardino.
Sulla cima e nelle fessure delle montagne lontane si trova la neve. Attraverso le oscure nuvole frastagliate della notte appare la fredda luce del mattino. Crea contrasti inquietanti e netti di parti illuminate e ombreggiate.
Se in primo luogo è una calma dopo una tempesta, allora in lontananza tutto è pieno di eccitazione. Fiume profondo turbolento che scorre acutamente curvo. Sembra che stia per rompere la banca. Il fiume sfocia nel mare freddo e inospitale.
Le onde battono sulla diga e si formano schiuma bianca lungo la costa.
Dalla riva, le persone guardano il mare con paura, ma proprio lì, in mare, sporge una diga: questa è la traccia di una lotta umana di successo con gli elementi. La pianura qui è coperta da ampie strade, sentieri stretti. Lungo la costa ci sono buone case.