Le teorie di Charles Henri, che hanno cercato di spiegare la relazione tra la direzione delle linee e le emozioni che provocano, nonché relativa a tutto ciò che riguarda tratti e proporzioni, continuano a intrappolare lo zolfo, costringendolo a continuare la ricerca e a penetrare nuovi segreti della trasmissione di immagini. Non è soddisfatto del risultato degli esperimenti in “The Model”, considerato l’esperimento incompleto, e inizia a scrivere la tela “Parade”. L’artista decise fermamente di non discostarsi dai concetti teorici di Henri, e con fretta si tuffò nel lavoro.
Lo zolfo aveva già lavorato con l’aria plein, ma ora il compito, da un lato, è complicato dal fatto che l’illuminazione è artificiale e, dall’altro, è semplificata, perché in questo caso l’artista ha una vasta gamma di possibilità che gli consentono di incarnare le emozioni a cui è interessato: gioia, tristezza, la pace.
Ancora una volta, un rigoroso calcolo matematico penetra nel territorio dell’arte e, questa volta, componenti come profondità e prospettiva semplicemente scompaiono. L’intermedio, chiamato Parade, quando gli artisti cercano di attirare il maggior numero possibile di spettatori al circo, alla fine divenne più simile a una cerimonia mistica, dove il trionfo era permeato di triste calma.
Non solo il Salon of Independent ha mostrato moderazione nella valutazione dell’immagine, ma l’artista stesso non ne era soddisfatto, dopo averlo eliminato dall’elenco delle sue opere.