Sopra il dipinto della chiesa di Santa Maria Novella, diversi artisti hanno lavorato, i cui nomi, purtroppo, la storia non ha conservato per noi. Si sa solo che Paolo Uccello era uno di questi numerosi artisti. Particolare attenzione nella chiesa di Santa Maria Novella merita il cosiddetto “Green Arcade”, così chiamato perché nella maggior parte degli affreschi che la adornano, predomina il verde.
George Vasari era propenso a considerare il Diluvio del mondo la più grande delle opere di Uccello, e molti critici d’arte contemporanea aderiscono al suo punto di vista. L’affresco colpisce davvero per la sua imponenza, sebbene sia nello stato più deplorevole. In “Le biografie di famosi pittori”, Vasari parla di lei in questo modo: “Dipinse corpi morti, una tempesta, un vento feroce, lampi, alberi attorcigliati dalla radice e dichiarando alla gente l’orrore come se vedesse tutto con i propri occhi”.
Paolo Uccello ha riunito qui due scene bibliche legate alla storia dell’alluvione: l’inondazione stessa e la sua fine quando Noè libera un piccione dall’arca. Una prospettiva è stata creata magistralmente nel Diluvio, creando l’effetto di un imbuto, un vortice, che succhia le persone che cercano di fuggire. La figura del maestoso vecchio non è stata ancora identificata, collocata dal pittore quasi al centro della composizione.
Alcuni ricercatori sostengono che questo è Noah. Tuttavia, la figura di Noè è raffigurata a destra e in alto, proprio sotto l’arco dell’arco.