Paradiso – Sandro Botticelli

Paradiso   Sandro Botticelli

L’approccio di Botticelli all’illustrazione di “Paradise” è sorprendente nella sua novità. L’artista abbandona la sua tradizione contemporanea di spiegare la linea narrativa del testo. Fornisce solo un riassunto della canzone, concentrando il suo contenuto nella concisa espressività di due figure, Dante e Beatrice, racchiuse in un cerchio di cielo.

Nelle illustrazioni di “Paradiso”, le figure di Dante e Beatrice riempiono quasi l’intero piano del lenzuolo e il loro dialogo che si ripete all’infinito rivela le sfumature più sottili del sentimento: corsa gioiosa, fede, imbarazzo, rimprovero, ammirazione; i tratti viventi e impetuosi delle linee su uno sfondo bianco non riempito creano la sensazione di vibrazione gioiosa, pienezza di tutto lo spazio con la luce. L’impatto dei disegni nella suggestionabilità delle immagini di “Paradiso”. I contorni del cerchio quasi intangibili trasmettono una sensazione di infinito luce-aria. Le fiamme delle anime derivanti dai fremiti riccioli ornamentali riflettono il suono della luce celeste.

L’artista mostra il riflesso delle visioni celesti nelle figure dei viaggiatori, nelle loro espressioni facciali, nella coerenza dei movimenti, nel gioco delle pieghe dei loro vestiti.

E un’altra caratteristica appare nelle ultime figure della serie: Beatrice, questa è l’incarnazione della bellezza, brutta e quasi due teste più alta di Dante! Non c’è dubbio che con questa grande differenza Botticelli ha cercato di trasmettere il grande significato dell’immagine di Beatrice e, forse, il sentimento della sua superiorità e la sua insignificanza che Dante ha provato in sua presenza. Il problema della correlazione della bellezza fisica e spirituale sorse costantemente davanti a Botticelli, e cercò di risolverlo dando alla pensosa Madonna il bel corpo pagano della sua Venere.

Il viso di Beatrice non è bello, ma ha mani straordinariamente belle, grandi e tremanti e una speciale grazia impetuosa di movimenti.

Nell’immagine che illustra il Cantico 30 della Divina Commedia, Botticelli raffigura Dante e Beatrice che salgono lungo il fiume di luce fino a Empyreus, il cielo più alto. In un flusso di luce, piccoli putti si divertono, quindi tuffati nei boschetti fioriti ai lati del fiume di luce. Il lato destro della figura è solo uno schizzo con una matita d’argento, non ritoccata con inchiostro.

Sono diventato il potere e il supporto, Pubblicità: “Dal corpo dei più alti risorgenti Siamo nella luce pura”. E fu detto dal signor: “La luce dell’intelletto, ricca di amore, Amore del bene, i cui volti sono incommensurabili, Facce che non puoi trovare piacere E come se il lampo colpisse la vista, In modo che svanisca e indistinguibile Già più vividamente, sono stato inghiottito dalla luce viva e tutto il resto ha nascosto le tende dello Shining, in cui tutto ciò che è visibile si spegne.

Il significato di “Commedia” si intreccia al concetto neoplatonico di un mondo superiore di manifestazione di bellezza supersensibile, in cui l’anima, libera dalla cattività corporea, sale attraverso la contemplazione dei passi dell’emanazione divina all’Unità originale e finale.

1 Star2 Stars3 Stars4 Stars5 Stars (1 votes, average: 5,00 out of 5)