Il tema antico, spesso insorto nelle opere di Tiziano, ha permesso a questo vivace veneziano di lanciare tutta la sua ammirazione per il mondo e la capacità di apprezzarne la bellezza sulla tela. Il maestro amava l’antichità come qualcosa di vivo e quindi ha coraggiosamente collocato i personaggi della mitologia greca o romana nell’ambiente contemporaneo.
La sua “Venere”, acquisita da Guidobaldo della Rovere, duca di Urbinsky, e quindi ha ricevuto il suo nome attuale, rappresenta un giovane veneziano, una bellezza con un aspetto vivace, un corpo delicato e capelli dorati. La sua postura ricorda il tipo classico di “Venus pudik”, cioè “timida”, ma questa ragazza, se un po ‘imbarazzata, è pienamente consapevole della sua bellezza.
L’immagine fa eco a Venere dormiente di Giorgione, che è conservata nella Galleria d’arte di Dresda, ma Tiziano ha più sensualità nelle sue vesti. Tuttavia, questa sensualità è ingannevole. L’artista ha scelto la stanza come scena d’azione, dove tutto respira il comfort di una casa forte: sullo sfondo, la cameriera cerca qualcosa nel petto, mentre un’altra la guarda in anticipo.
C’è un mirto alla finestra, un simbolo di vita coniugale, lenzuola bianche vengono inviate sul letto e cuscini bianchi vengono gettati sulla pulizia della donna sdraiata su di loro, con un cagnolino rannicchiato ai loro piedi, che simboleggia la devozione. Pertanto, il significato nascosto dell’immagine dovrebbe essere inteso come amore coniugale.