Ester è il personaggio principale del libro con lo stesso nome di Tanakh e gli eventi legati alla festa di Purim. Una delle famose donne bibliche. L’immagine di Ester per molti secoli ha ispirato i ministri dell’arte.
Gli artisti del Rinascimento italiano Botticelli, Mantegna e Tintoretto riflettono sulle loro tele alcuni eventi legati alla sua vita. Fu scritto da Rubens e Rembrandt, Handel le dedicò il suo oratorio e il grande drammaturgo francese Racine scrisse la tragedia “Esther”.
Ester era un parente e allievo dell’ebreo Mardocheo, che visse a Susa e una volta salvò la vita del re persiano Artaserse. Quando il re scelse una nuova moglie per sé, invece dell’orgogliosa regina Vashti, respinta da lui, la sua scelta cadde su Ester. Ester non era solo bella. Era una donna calma, modesta, ma energica e ardente, devota al suo popolo e alla sua religione.
L’ascesa del giudaismo suscitò sia invidia che rabbia in alcuni cortigiani, e specialmente in Haman, un amalekita, che godeva di potere con estrema arroganza e dispotismo.
Irritato dal fatto che Mardocheo lo trattasse senza servilismo, Haman decise di distruggere non solo se stesso, ma tutto il suo popolo, e assicurò il consenso del re a emanare un decreto sullo sterminio degli ebrei. Dopo aver appreso ciò, Mardocheo chiese a Ester di intercedere con il re per il suo popolo. La coraggiosa Ester, temendo di perdere la propria posizione e la propria vita, contrariamente alla rigida etichetta di corte, venne dal re senza un invito e lo persuase a partecipare a una festa preparata da lei, durante la quale si appellò a lui per protezione.
Avendo appreso quale fosse il problema, il re ordinò ad Aman di essere impiccato su quella forca, che aveva preparato per Mardocheo, e fu inviato un nuovo decreto per abolire il decreto sullo sterminio degli ebrei: il loro diritto di resistere all’esecuzione del primo. In virtù di questo decreto, gli ebrei, con le braccia in mano, si ribellarono in difesa delle loro vite e picchiarono molti nemici, e persino i dieci figli di Haman furono sottoposti allo stesso destino del padre. In ricordo di ciò, gli ebrei hanno celebrato in modo speciale Purim.