Un allievo dell’Accademia di Bologna, in cui molta attenzione è stata prestata alla rinascita del patrimonio antico, Albani si è spesso rivolto a temi mitologici. Li ha interpretati nella chiave di gioco. In questo caso, l’artista prese la trama, che era popolare tra i pittori europei, è sufficiente ricordare Tiziano, Rubens e Velasquez.
Si tratta di Venere di fronte allo specchio, che mantiene Cupido. Albani ha raffigurato la dea dell’amore che pavoneggia con l’aiuto di ninfe, una delle quali indossa i suoi gioielli.
L’autore ha posto la scena nel seno della natura con alberi ombrosi, radure leggere, una fonte trasparente e distanze montuose blu. Gli amorini si aggirano, uno di loro raccoglie le mele da un albero e le lancia agli altri, il che ricorda la corte mitologica di Parigi, che ha donato la mela a Venere, la più bella delle dee. Tondo, cioè un’immagine a forma rotonda, Albani porta le caratteristiche della pittura decorativa.
Ciò è facilitato da una trama semplice, che ha permesso di rappresentare una scena semplice e piacevole, e una combinazione di colori unica con le migliori sfumature di colori, rendendo l’opera simile a un arazzo. La tela è un esempio del primo classicismo, quando le forme non erano ancora congelate e le immagini erano vivaci e suscitavano sincera simpatia.