Henry Howard, conte di Surrey – il famoso canta, aristocratico, uno dei fondatori della poesia inglese del Rinascimento fu il figlio di Thomas Howard Surrey, III duca di Norfolk, re approssimativo e leader dell’opposizione delle riforme anglicane Enrico VIII. Nel 1542, Henry partecipò all’invasione inglese della Scozia e nel 1543-1546. accompagnò il re nelle campagne nelle Fiandre e in Francia.
Gli Howard alla corte di Enrico VIII gareggiarono con i parenti di Jane Seymour, la terza moglie del re. Nel 1537, Henry Howard, conte di Surrey su istigazione di Seymurov, fu arrestato e accusato di simpatizzare con l’insurrezione cattolica nell’Inghilterra settentrionale. Fu arrestato, imprigionato nella Torre e giustiziato nel 1547, 9 giorni prima della morte di Enrico VIII.
Anche suo padre, il duca di Norfolk, fu condannato a morte, ma il re morì la sera prima, alla vigilia della sua esecuzione, perdonò Norfolk, sebbene fosse stato rilasciato dal carcere dopo 6 lunghi anni.
Guardando il ritratto di Henry Howard, realizzato da Hans Holbein il Giovane, siamo convinti dell’eccezionale talento del ritrattista, della sua capacità di fornire un’accurata caratteristica psicologica dell’eroe della foto. Colori sobri e radiosità soprannaturale, appena percettibile attorno alla figura del poeta, uno sguardo diretto verso una distanza poetica sconosciuta – tutti questi dettagli pittoreschi indicano che siamo un vero poeta.
Prima di tutto, davanti a noi c’è un credente cattolico appassionato e ispirato. Scruta in faccia: fanatica inconciliabilità nel suo sguardo, fermezza, risolutezza e volontà di ferro, un po ‘ammorbidita dal profilo morbido delle giovani labbra gonfie. Anche gli abiti del poeta nella forma e nel colore assomigliano al cappuccio monastico, non ha lusso ostentato, tessuti costosi e pellicce.
Polsini raffinati e un collo aristocratico che spuntano appena da sotto un mantello scuro, le mani giunte quasi in preghiera – tutto parla della fermezza di spirito e intenzioni. Ma le intenzioni non erano semplici: persuadere ancora Enrico VIII al cattolicesimo, nonostante il fatto che il re avesse già guidato a lungo la chiesa anglicana appena creata, interruppe i rapporti con il papa e non riconobbe la sua autorità.