Particolare del dipinto della Cappella Sistina, affresco di Michelangelo Buonarroti. I profeti e le sibille sono immagini titaniche di persone di grande forza di passioni e luminosità dei personaggi. La saggia concentrazione di Gioele si contrappone all’apocalittico atipico Ezechiele; l’immagine maestosa di Isaia, raffigurata in momenti di meditazione, contrasta con il violento Daniele: il giovane profeta viene presentato mentre registra, mentre legge, ma tutti i suoi movimenti sono così energici e rapidi che questo motivo apparentemente insignificante viene trasformato dal pennello di Michelangelo in un ispirato atto creativo.
La Kuma Sibyl è dotata di forza sovrumana e straordinaria mascolinità; sembra che appartenga a una tribù non di persone, ma di giganti; al contrario, la Sibilla Delfica raffigurata al momento della divinazione è giovane e bella, i suoi occhi sono spalancati, l’intero aspetto è pieno di fuoco ispirato. Infine, l’immagine più tragica del murale è il profeta Geremia, immerso in una dolorosa pesante meditazione. Sul rotolo sospeso sono appese le lettere iniziali delle sue profezie: “La padrona delle nazioni è diventata vedova;
L’immagine di Geremia fu la risposta immediata di Michelangelo Buonarroti alle calamità che l’Italia stava vivendo. È indicativo che anche i personaggi che svolgono funzioni ausiliarie e decorative nella pittura di Michelangelo Buonarroti siano dotati di piena espressione emotiva figurativa.
Nelle figure di giovani uomini nudi, i cosiddetti schiavi situati agli angoli delle composizioni della trama, Michelangelo incarnava tale gioia sfrenata e pienezza di vita, spiegava una tale ricchezza e varietà di motivi plastici che, senza queste figure, il dipinto avrebbe perso una quota significativa dell’eccitazione di eccitazione causata da esso.