Il pane è un leit motiv permanente e importante nell’opera di Dalì. Il suo marchio, insieme alle cose “fluenti” e oggetti di scena, lance. Da giovane, Dalì dipinse nature morte classiche con cestini di pane, nei suoi anni maturi ordinò mobili per il pane e lampadari per il suo teatro-museo a Figueres.
Ma il vero argomento di interesse e un motivo trasparente nell’opera dell’artista era, nelle sue stesse parole, il pane “aristocratico, paranoico, sofisticato, gesuita, insolito e indebolente”. In una parola, qualunque cosa, ma non il pane, è in grado di saturare lo stomaco. Pagnotte falliche, sospese sopra le teste dei personaggi, con fosse di inchiostro premute nel pangrattato.
Pane scioccamente stilizzato come organo genitale maschile, come oggetto centrale della composizione, come autostima.
Dali stesso ha ammesso che il pane è la sua ossessione fetish e preferita. “Pane antropomorfo” è una tela che riunisce diversi elementi significativi per l’artista. Una pagnotta a forma fallica, con l’aiuto di uno spago curvo verso l’alto in una specie di erezione L’inchiostro ha spinto dentro. Morbido orologio che scorre, un simbolo della relatività del tempo.
Questo set può essere casuale; È possibile che in questa combinazione sia posto un messaggio, “messaggio”. Questa immagine viene spesso interpretata come un’indicazione della fugace transitorietà dell’amore carnale nella vita di una persona o come un accenno di invecchiamento e avvizzimento della carne mortale. O forse questi sono solo alcuni degli oggetti giocattolo preferiti, estratti dall’artista dall’inconscio e serviti in una natura morta spudoratamente provocatoria nello stile e nella combinazione di colori del vecchio fiammingo.