“Oran Maria”, “Ave, Maria”, “Ia Oran Maria” – i nomi delle stesse tele, che sono tradotti come segue: vi diamo il benvenuto, Maria.
L’immagine è notevole in quanto è un’incarnazione insolita di una storia religiosa – una sorta di conglomerato di cultura tahitiana e tradizioni cristiane.
La composizione del quadro combina molti elementi inaspettati: nell’immagine della Vergine Maria, il Tahitiano appare davanti allo spettatore, mentre lo scrisse in modo realistico Gogenov, solo un nimbo indica il suo scopo santo. Come al solito, la Vergine Maria è raffigurata con un bambino in braccio, solo su questa tela il pittore fa sedere il ragazzo intorno al collo a sua madre.
L’angelo nel fogliame dell’albero indica la festa dell’Annunciazione, mentre le figure centrali sono una sorta di interpretazione della scena del culto dei Magi.
Bisogna dire che Gauguin non era un cattolico zelante, e con particolare interesse trattava i miti tahitiani e le usanze religiose, dedicando loro molti dipinti. Nella stessa immagine, decise di combinare le incarnazioni apparentemente polari, incarnando famosi leitmotiv religiosi attraverso la cultura e la bellezza esotica degli isolani. L’immagine è risultata molto scioccante e interessante.
Lo sfondo del dipinto, così come il paesaggio forestale, ricorda il lavoro di Botticelli, in particolare la famosa trama “Primavera”. Questa somiglianza non è casuale: una riproduzione di questa immagine è stata appuntata sul muro della capanna di Gauguin. Anche le figure centrali sono state prese in prestito – questa è una citazione dal fregio del tempio giavanese di Borobudur, le cui foto hanno anche decorato l’abitazione del maestro.
Il pittore immaginava chiaramente quale tipo di reazione indignata una foto potesse causare al pubblico, in particolare la sua parte religiosa. Ma questa domanda non era assolutamente imbarazzante per un maestro indipendente che viveva su un’isola esotica: era libero da tutte le tradizioni e le opinioni degli altri, creando un’arte completamente nuova.