Il lavoro paesaggistico di Arkhip Kuindzhi “Nord” fu scritto alla fine del diciannovesimo secolo nel 1879. Il dipinto si trova a Mosca presso la Galleria Tretyakov di stato. L’immagine “Nord” tratti intrinseci dell’impressionismo.
Secondo l’autore dell’opera pittorica, l’immagine del nord è un mondo pieno di silenzio, il respiro di uno spazio freddo, sconfinato e sconfinato, dove la realtà, le solite leggi del mondo terrestre, naturale e celeste sarebbero altrimenti reinterpretate.
L’atmosfera dell’infinito dello spazio nasce come risultato della connessione della terra e del cielo nella linea dell’orizzonte, che, questa impressione è creata, scomparirà molto presto, dissolvendo tutti i confini e le convenzioni immaginabili. Il Nord è il mondo della più bella fauna incontaminata, il mondo del freddo, il regno della terra e del cielo nella sua natura primordiale.
L’immagine del paesaggio del mondo naturale settentrionale è realizzata con il metodo di allungamento del colore. L’allungamento del colore viene creato qui in modo tale che la crescita e la valorizzazione del colore vengano eseguite dal tono più scuro, quasi nero verde a un leggero, rosato, che è scritto tutto lo spazio del cielo.
Il paesaggio è dominato da immagini luminose e ariose. Nel cielo luminoso e brillante, a malapena si possono discernere i contorni delle nuvole, l’orizzonte è mal definito e altrettanto leggero. L’immagine si distingue per la sua atmosfera, facilità di levigatezza delle linee: tutto ciò dà origine a un’immagine che penetra le altezze celesti, correndo da qualche parte verso l’infinito oltre una linea di orizzonte irraggiungibile, quasi inafferrabile.
Il motivo principale della tela è il motivo della solitudine, del desiderio. Qui dice il Nord stesso. Il potere di questo mondo aspro si fa sentire con forza genuina, dove nasce il vento e vive insopportabili fredde, dove una persona si interpreta solo come un grano insignificante in confronto all’eterna bellezza della terra del nord, rispetto a questo universo di freddo, vento torrido e solitudine.
Le sottili transizioni cromatiche, il “run-up” coloristico dell’edema sono stati magistralmente scritti dall’artista. Verde scuro, quasi nero nella sua imponenza e profondità, gli alberi settentrionali fungono da immagine centrale, che satura l’intera immagine con la potenza e l’energia inesauribile dell’aria settentrionale, colori poco appariscenti e spazi infiniti.
Il nome dell’immagine “Nord” come una lama in acciaio a punta, affilata in modo netto nella sua potenza di suono e impatto. Il nome “Nord” fa eco, trafigge esattamente il freddo vento del nord e si congela in aria con bellissimi schemi di neve. Il Nord è l’inizio e un certo limite, ma non il limite delle forze e delle possibilità di vivere e superare se stesso ancora e ancora nella conquista di un mondo così inespugnabile. Il Nord è un confronto costante degli elementi.
Il nord è una melodia del vento agghiacciante che penetra nel cuore e lo fa congelare. È un senso inevitabile e inevitabile dell’abisso, l’eterno orientamento dello sguardo verso il cielo, che si diffonde nelle nebbie grigio-blu-latte, lasciando in lontananza, sciolto nell’eternità.