Il Natale è una delle feste cristiane più antiche e amate. Da questo evento più importante, la gente sta contando il tempo, dicendo: “è accaduto prima di Cristo, e questo dopo.” Questa vacanza ci aiuta a rivivere ciò che è accaduto 2000 anni fa, suscitando nei nostri cuori meravigliosi sentimenti di amore per il mondo, gentilezza verso le persone, speranze di rinnovamento, ci ricorda la gioia della presenza divina.
Il desiderio di rinnovamento e la felicità universale hanno espresso Sandro Botticelli nel suo meraviglioso “Natale”. Nella parte superiore dell’immagine c’è un’iscrizione in greco. “Questa immagine è stata scritta da me, Alexandro, alla fine dei disordini dopo il momento in cui la previsione di Giovanni si è avverata nel capitolo 11 e nella seconda tribolazione dell’Apocalisse, quando Satana è stato rilasciato sulla terra per tre anni e mezzo. Poi sarà nuovamente affilato in una catena e lo vedremo sconfitto, come rappresentato in questa immagine “.
Ricordando le profezie di Savonarola, Botticelli vede nelle linee dell’Apocalisse una connessione con gli sconvolgimenti che hanno colpito la sua nativa Firenze. L’artista ha creato una scena insolita per l’iconografia. Al centro si trova una grotta, sopra la quale fu eretto un tetto di paglia inclinato, sotto il quale la sacra famiglia trovò rifugio.
Un bambino giace a terra vicino alla mangiatoia tradizionale, la Madonna in preghiera si è chinata su di esso. Di fronte a lei, San Giuseppe è seduto con le spalle allo spettatore. Attorno a questi protagonisti, non osando avvicinarsi alla mangiatoia, il resto dei personaggi sono raggruppati: a destra – i pastori, a sinistra – i Magi, e quelli e altri accompagnano gli angeli. Qui, le manifestazioni esterne non sono più valide: i re orientali non offrono regali, come al solito, non brillano con la magnificenza degli abiti.
Sono autorizzati a guardare il neonato da lontano ed esprimere la loro riverenza in preghiere mirate.
Nelle mani degli angeli reggono rami di ulivo e nastri svolazzanti con testi evangelici: “Gloria a Dio nella pace più alta e sulla terra, buona volontà per gli uomini” e corone d’oro sono appese a rami di ulivo che simboleggiano la pace. La gioia risuona nel canto solenne degli angeli, colpisce nella luce e nella danza veloce in cielo, nel rispetto riverente dei Magi e dei pastori, tra le braccia di un pellegrino e degli angeli.
La bontà trionfa nell’immagine, le forze del male perdono il loro potere – quindi piccoli diavoli in primo piano, contorcendosi, scompaiono nelle viscere della terra. Il colore brillante migliora la sensazione di un’atmosfera festosa. Ogni figura, ogni oggetto è colorato con l’intensità caratteristica dei prodotti popolari in rosa, verde, viola, oro, bianco, rosso.
Botticelli ha così magistralmente ed espressamente trovato gli intervalli tra i gruppi, che la struttura compositiva può essere paragonata in un brano musicale: si sente la sensazione di un inno quasi suonante, dopo brevi pause, accordi potenti e armoniosi sorgono con una nuova forza. La pace, l’armonia, il trionfo del bene – tutto ciò che i fiorentini sognavano e non riuscivano a realizzare, era incarnato nell’opera di Botticelli come un sogno vestito con un guscio ultraterreno.