In questo momento, Mane scarta decisamente tutte le alleanze di Couture, tutte le sue famigerate ricette. Rappresentando un incontro di persone, sente un senso di completa emancipazione, scrive con la mano libera, con leggeri movimenti vibranti, lavora con un tale ardore e piacere che non aveva mai provato prima. Non ha intenzione di costruire questa folla come un’unica massa organica.
Obbedisce al proprio temperamento – enfatizza deliberatamente ogni sagoma, rivelando così il suo contrasto con la sagoma di quella vicina.
La successiva alternanza di punti scuri e chiari dà un ritmo che informa la scena rappresentata del movimento. Le persone rappresentate da Manet nella foto non sono affatto anonime. Oltre a se stesso e suo fratello Eugen, sono amici e conoscenti, compresi personaggi famosi: Baudelaire e Ballerua, Teofilo Gautier e Offenbach, Barone Taylor e Principe di Boulevards Aurelien Scholl, un cronista parigino che ha creato le sue famose battute non tanto sui giornali quanto sulla terrazza Cafe Tortoni; lo scrittore Chanfleri, un caro amico di Mourzhe e Courbet, un predicatore appassionato del realismo, pubblicizzando le sue convinzioni con il suo aspetto non troppo ordinato – capelli arruffati, e i suoi articoli e libri, scritti in modo estremamente casuale, con infinito disprezzo per “inutile bellezza di stile”, e uno sposo “Major” Madame Lezhon, le cui belle spalle ti hanno fatto dimenticare i brutti lineamenti del suo viso; e Fantin-Latour, un giovane artista, incline alla contemplazione, silenzioso, anche un po ‘freddo, abile copista, disposto a correggere i pittoreschi mestieri di donne e giovani donne al Louvre, dove Mane è spesso inferiore a voler chattare con lui; e un nativo di Angers, Zachary Astryuk, in un modo loquace meridionale, articolando ogni sillaba alla maniera di un attore professionista; cerca di unirsi a tutti i tipi di arte – dipinge a olio, scolpisce, compone poesie e musica, fa il critico e il giornalista. articolare ogni sillaba alla maniera di un attore professionista; cerca di unirsi a tutti i tipi di arte – dipinge a olio, scolpisce, compone poesie e musica, fa il critico e il giornalista. articolare ogni sillaba alla maniera di un attore professionista; cerca di unirsi a tutti i tipi di arte – dipinge a olio, scolpisce, compone poesie e musica, fa il critico e il giornalista.
La tela “Music in the Tuileries”, contrassegnata da un così elevato senso di modernità, scritta con tale brillantezza casual, con una tale “bontà” di un testo pittorico, con tale straordinaria freschezza, ha rivelato le migliori qualità incarnate nel talento di Manet, e il coraggio che ha mostrato qui era tanto più significativo che l’artista stesso non ha realizzato questo coraggio. Che coraggio c’è? Scrisse ciò che vide che gli accarezzò gli occhi, che dispotico li governava.
Ha semplicemente cercato di trasmettere qui alcune delle sue impressioni, se usiamo la parola che di tanto in tanto parlano di volta in volta nelle labbra dell’artista. Lui, Mane, era sincero quando scriveva, e nient’altro. Sì, certo, era sincero, ma anche ingenuo. Non poteva nemmeno immaginare che la tela, nata con tanta allegria, avesse una novità assoluta, ciò che è nuovo non è solo la trama, ma in misura ancora maggiore la calligrafia pittorica è rapida, concisa, afferrando il più essenziale, completamente corrispondente alla trama. E che questa novità inevitabilmente confonderà lo spettatore.
Se qualcuno è stato in grado di valutare la “Musica nelle Tuileries”, allora questo è sicuramente Baudelaire. “The Music in Tuileries” non risponde ai suoi desideri? Ma che sorpresa! – Baudelaire si congratula con Mane con molta discrezione.
Non gli piace la tela, e se lo fa, non gli piace. Non ha mai immaginato l’idea della modernità in modo così specifico. La “musica” lo sorprende, persino delude. In genere delude molti amici dell’artista.
Tutti scuotono scetticamente la testa, tutti sono un po ‘imbarazzati: non riescono a capire gli straordinari vantaggi di questo insolito lavoro fuori dal comune. La criniera è inferiore. Si aspettava che la sua “musica” avesse successo nel prossimo salone. Ma non si parlerà più di questo.
Pensa ancora – ha tempo, – quali tele scrivere per essere accettate. Una buona accoglienza non lo scoraggia affatto. Dopo che la “Musica” è stata scritta, sente di aver acquisito una forza sconosciuta fino ad oggi, mentre la fiducia cresce in lui giorno dopo giorno. I suoi dipinti saranno accettati al Salon del 1861; per raggiungere questo obiettivo è necessario