Il dipinto è scritto per Guido di Lorenzo, abate di Santa Maria degli Angeli e amico di Lorenzo il Magnifico, il cui nome è associato al periodo di massimo splendore della cultura rinascimentale di Firenze. Negli anni ’90, nelle opere del maestro, il simbolismo acquisisce un carattere marcatamente mistico, i temi di un ordine morale ed etico vengono alla ribalta. Le prediche del riformatore del Rinascimento Girolamo Savonarola, che condannava la cultura umanistica, fecero una grande impressione su Sandro Botticelli.
A differenza delle immagini precedenti, Botticelli ora pone l’accento sul trasferimento dei sentimenti interiori dei personaggi e non sul cerimonialismo esterno. Per la fine del Botticelli è caratterizzato da un piccolo, eccellente in termini di prestazioni tondo “Madonna sotto un baldacchino”. Sotto il baldacchino di un baldacchino scarlatto che forma una tenda, i cui bordi sono sostenuti da due angeli, il terzo angelo conduce alla Madonna in ginocchio Gesù Cristo. Un basso parapetto in marmo separa il primo piano da un paesaggio interpretato in modo molto fine con un flusso calmo del fiume, morbide curve delle colline.
Il motivo di un baldacchino assume un significato speciale.
Botticelli prese in prestito una tenda simile dai misteri della chiesa medievale, dove fu trattato come un simbolo della più alta sfera celeste. È un simbolo del santuario, in cui risiede la Madonna col Bambino, e il parapetto in marmo li separa nettamente dal resto del mondo. Il simbolo della perfezione superiore, non soggetto alle leggi del mondo materiale, diventa la stessa Madonna – “la carne, che è quasi diventata uno spirito”. In questa immagine, la grazia puramente Botticelli, la sottigliezza, che può servire come la migliore prova della sua paternità, non sono ancora scomparse.
Mentre Michelangelo creava nei suoi affreschi il simbolo di un uomo coraggioso e potente di un combattente, così Botticelli nei suoi dipinti, poesie, creava l’immagine dell’ispirata bellezza femminile.