Durante i suoi anni maturi, Lippi scrisse polittici per l’altare della Cappella Barbadori nella Chiesa dello Spirito Santo a Firenze. In questo lavoro, è riuscito a combinare le forme sublimi, quasi scultoree di Masaccio, con la vera vitalità di figure e oggetti.
Per l’altare, hanno scelto la forma di un polittico, perché corrispondeva esattamente ai compiti di una singola azione e di un singolo spazio. Le colonne nella foto di Lippi non coincidono un po ‘con la divisione in tre parti, il che crea l’illusione di espandere lo spazio. Gli angeli, posizionati in modo incontrollato attorno alla maestosa Madonna e al grande, ma quasi senza peso, Gesù Bambino, che sostiene solo leggermente vicino alla sua coscia, stanno guardando in direzioni diverse.
La Madre di Dio si muove liberamente, salendo dal trono verso due santi in ginocchio e concentrati. La dimostrazione della pietà sottolineata, caratteristica degli altari precedenti, non è chiaramente il compito principale dell’immagine. Questo santo raduno sta già per trasformarsi in un santo discorso, che in seguito divenne la norma dell’arte del Rinascimento.
I toni freddi limitano il colore generale dell’immagine. Ma su questo sfondo le note più calde e calde suonano distintamente. Macchie di colore rosso e luce dorata si riflettono nelle pieghe dei vestiti, nei toni del viso e delle mani. Portano freschezza nello spazio dell’immagine, creando un senso di pienezza e ricchezza di pittura.
Madonna Filippo Lippi dall’altare Barbadori arrivò al Louvre nel 1814 come parte di una collezione di dipinti del primo Rinascimento, estratta dal barone Vivan-Denon dalla Toscana.