Dipinto di Tiziano Vecellio “Posizione in una bara”. La dimensione del dipinto è di 148 x 205 cm, olio su tela. I temi di questa drammatica natura non erano estranei a Tiziano di questo periodo, che era naturale sullo sfondo dello sforzo delle forze nella difficile lotta che Venezia aveva recentemente vissuto.
Ovviamente, l’esperienza di questa lotta eroica e le prove ad essa collegate sotto molti aspetti hanno contribuito al raggiungimento della piena forza coraggiosa e della tristezza dolorosa del pathos, che Tiziano incarnò nella sua “Posizione nella tomba” del Louvre. Il corpo bello e forte del Cristo morto evoca allo spettatore l’idea di un coraggioso lottatore di eroi che è caduto in battaglia, ma non di un malato volontario che ha dato la vita per espiare i peccati umani. Il colore moderatamente caldo dell’immagine, la potenza dei movimenti e la forza dei sentimenti di persone forti e coraggiose che trasportano il corpo dei caduti, la stessa compattezza della composizione, in cui le figure audaci riempiono l’intero piano della tela, danno all’immagine un suono eroico così caratteristico dell’arte dell’Alto Rinascimento.
Nonostante tutto il suo dramma, non c’è alcun senso di disperazione o frattura interna in questo lavoro. Se questa è una tragedia, quindi, per dirla nel linguaggio moderno, questa è una tragedia ottimistica, che glorifica la forza dello spirito di una persona, la sua bellezza e nobiltà nella sofferenza. Questo lo distingue dal completo dolore senza speranza del successivo, Madrid “Posizione nella tomba”.
Nel Louvre “La posizione nella tomba” e specialmente nell’omicidio di San Pietro martire ucciso nel 1867 dal fuoco, è degno di nota il nuovo stadio raggiunto da Tiziano nella trasmissione dell’umore della natura con le esperienze degli eroi raffigurati. Tali sono i toni cupi e terribili del tramonto in The Standing in the Coffin, un turbine tempestoso che ondeggia gli alberi in The Killing of St. Peter, così consonante con questa esplosione di passioni spietate, la furia dell’assassino, la disperazione di Peter. In queste opere, lo stato della natura è causato dalle azioni e dalle passioni delle persone. A questo proposito, la vita della natura è coordinata dall’uomo, che è ancora “il padrone del mondo”.
Più tardi, nel tardo Tiziano, la vita della natura, come incarnazione del caos delle forze elementali dell’universo, acquisisce un potere dell’esistenza indipendente dall’uomo e spesso ostile a lui.