L’arte straordinariamente ispirata di Beato Angelico ha influenzato il suo allievo Filippo Lippi. Ma a differenza dell’insegnante, che aspirava al cielo con la sua anima, vide sulla terra un barlume di paradiso celeste, che lo rese una persona amante della vita. Ciò è evidente nell’immagine dell’altare, scritta per l’umanista rinascimentale e cancelliere della Repubblica fiorentina, Carlo Marsuppini, destinata alla Cappella di San Bernardo, la chiesa del monastero di Arezzo in Olivetan. città natale del cliente.
Il lavoro di Lippi sull’argomento e la soluzione compositiva è un singolo insieme, e il maestro in tre parti probabilmente lo ha fatto per una enfasi ancora maggiore sulla scena centrale – l’incoronazione della Madre di Dio. La Regina celeste, che salì in cielo, si inginocchia davanti a Cristo, le mani giunte in preghiera e il Figlio incorona la testa con una corona. L’azione di Filippo Lippi si svolge su un’alta piattaforma di marmo, a cui conducono i gradini.
Il Salvatore è seduto su una panchina, dietro la quale è possibile vedere una nicchia ricavata nel muro, che termina con una conchiglia a forma di conchiglia – un simbolo della Vergine Maria e della Resurrezione. Nelle parti laterali del trittico, anche la piattaforma continua; qui, a sinistra ea destra, ci sono angeli che giocano. Di seguito sono riportati i santi e in ginocchio davanti al Cristo e alla Madonna cliente dell’immagine dell’altare e suo padre Gregorio.
Gli attori del palcoscenico sono sbalorditi, anche gli angeli sono particolarmente seri.
Sembra che Filippo Lippi abbia enfatizzato questo stato per sintonizzare gli adoratori in modo sublime, ma aloni luminosi e densi sulle loro teste, colori vivaci di vestiti, figure tangibilmente dipinte danno origine a una semplice gioia umana nello spettatore.