Frammento dell’affresco di Michelangelo Buonarroti “Giudizio Universale”. La dimensione del dipinto è di 1370 x 1220 cm. Nel 1534 Michelangelo si trasferì a Roma.
In quel momento, papa Clemente VII meditò sul tema dell’affresco della parete dell’altare della Cappella Sistina.
Nel 1534 si stabilì sul tema del Giudizio Universale. Dal 1536 al 1541, già sotto Papa Paolo III, Michelangelo lavorò su questa enorme composizione. Prima che la composizione del Giudizio Universale fosse costruita da più parti separate. In Michelangelo, è un vortice ovale di corpi nudi e muscolosi. La figura di Cristo, simile a Zeus, si trova sopra; la sua mano destra è sollevata in un gesto di maledizione verso quelli alla sua sinistra.
Il pezzo è pieno di un potente movimento: gli scheletri si alzano da terra, l’anima salvata si arrampica sulla ghirlanda di rose, l’uomo che il diavolo trascina giù, con orrore si copre il viso con le mani.
L’affresco del Giudizio Universale è un riflesso del crescente pessimismo di Michelangelo. Un dettaglio del Giudizio Universale testimonia il cupo umore dell’artista Michelangelo e rappresenta la sua amara “firma”. Al piede sinistro di Cristo è la figura di San Bartolomeo, che tiene la propria pelle tra le mani.
Le caratteristiche del santo ricordano lo scrittore e umanista romano Pietro Aretino, che attaccò appassionatamente Michelangelo perché considerava la sua interpretazione della storia religiosa indecente. Il viso sulla pelle della pelle di San Bartolomeo è un autoritratto dell’artista. Note di tragica disperazione sono amplificate nel dipinto della Cappella Paolin in Vaticano, dove Michelangelo dipinse due affreschi, la Conversione di Paolo e la Crocifissione di Pietro.
Nella Crocifissione di Pietro, le persone in stato di stordimento guardano al martirio dell’Apostolo. Non hanno la forza e la determinazione per resistere al male: né lo sguardo arrabbiato di Pietro, la cui immagine assomiglia ai martiri del Giudizio Universale che chiedono punizione, né la protesta dei giovani dalla folla contro le azioni dei carnefici non possono portare gli spettatori congelati nell’immobilità da uno stato di sottomissione cieca.