Il dipinto “Il suicidio di Saul” fu presumibilmente scritto ad Anversa, dal momento che Peter Bruegel visse in questa città dal 1556, fino a quando si trasferì con la sua famiglia a Bruxelles nel 1563.
Insieme alla “Torre di Babele” e “La caduta di Icaro”, “Il suicidio di Saul” faceva parte di una serie di dipinti di scene bibliche, in cui l’orgoglio veniva rimproverato. Come la maggior parte dei suoi contemporanei, l’artista raffigura gli antichi filistei nell’immagine di guerrieri medievali con armi inadatte all’era dell’antico Israele.
Raffigurante un numero incalcolabile di soldati, Peter Bruegel aggiunge drammaticità alla situazione e sottolinea la disperazione per il re Saul. Pertanto, è l’esercito dei Filistei che occupa una posizione dominante nella trama del quadro, e il re Saul e il suo scudiero ricevono solo una piccola parte dello spazio in basso a sinistra. Imitando la “Battaglia di Alessandro in Issus” di Albert Altdorfer, l’autore usa lo stesso modo di trasmettere l’evento visto dall’alto, raffigurandone uno ancora molto più alto.
Grande attenzione è stata prestata al trasferimento dei più piccoli dettagli, come parti di armature e strutture sullo sfondo.
Saul fu il primo re del popolo israeliano e comandante dell’esercito israeliano. Fu scelto da Dio per regnare e unto dal profeta Samuele. Durante il suo regno, ubbidì alla volontà di Dio in ogni cosa e condusse una serie di guerre con i Moab, gli Ammoni, gli Edomiti e i Filistei.
A poco a poco, dopo aver litigato con il profeta Samuele e essendosi allontanato dai comandamenti di Dio, Saul perde il suo sacro patrocinio e cade in una penombra della ragione. Durante la battaglia decisiva sul Monte Gelvuyskaya, chiede aiuto a Dio, ma quest’ultimo lo rifiuta e i soldati israeliani subiscono una schiacciante sconfitta.
Saul, ferito dalle frecce, fa appello al suo scudiero per ucciderlo per non essere catturato dai Filistei. Tuttavia, la sua richiesta non fu soddisfatta e il re si suicidò perforandosi con una spada.