A Parigi, dove viaggiò N. K. Roerich nel 1900, continua a lavorare sulla serie di dipinti “slavi”. C’era un dipinto “Idoli”.
Anche prima della sua partenza all’estero, l’immaginazione dell’artista fu stimolata dagli Idoli, immagini lignee di antiche divinità pagane. Li vide per la prima volta a Stasov e ne ricevette uno come regalo. Gli idoli assomigliavano ai tumuli di Roerich, scavati nel distretto zarista-rurale. La gente ha mantenuto la tradizione di venire a pregare qui nei tempi antichi.
Ciò ha portato all’idea di creare il dipinto “Idoli”.
Negli Idoli è raffigurato un tempio pagano: dietro una palizzata con i teschi di animali sacrificali, tra i pittoreschi idoli di pietra, il vecchio vedun vaga nel pensiero, il mondo delle credenze slave rivive sulla tela, l’atmosfera degli antichi sacramenti. Questo lavoro sul linguaggio pittoresco è significativamente diverso da quelli precedenti. In esso appaiono forma generalizzata, un’immagine chiara, completezza, integrità interna della composizione.
Al centro della tela c’è un’alta collina. Intorno a lui si innalza un nastro azzurro brillante con ripide sponde. Su questa collina, protetta dalla natura stessa, c’è un antico tempio pagano, un luogo dove la gente avrebbe pregato e fatto sacrifici agli dei.
Nel mezzo del tempio sorge il più grande idolo, la principale divinità pagana, attorno ad esso sono visibili quelli più piccoli.
Il luogo sacro è circondato da una palizzata di tronchi. Le estremità dei tronchi sono tagliate. Su di loro ci sono i teschi degli animali sacrificati agli dei. La composizione dell’anello, il ritmo rigoroso delle verticali, la raffinatezza delle sagome, la chiarezza della linea generalizzante si trovano in modo superbo: tutto ciò conferisce all’immagine un suono epico.
Unisci la maestosa serenità della natura e la singolare bellezza del tempio.