Giuditta e Oloferne – Jacopo Tintoretto

Giuditta e Oloferne   Jacopo Tintoretto

Ci sono anche molte tele su questa trama. Tutti ricordano, ovviamente, il famoso “Judith” Giorgione. Tintoretto ci ha presentato un’altra versione di questa storia.

Il re assiro Nabucodonosor si stava preparando dopo un lungo assedio per conquistare la città israeliana di Vetiluy. Sapeva che le forze e le riserve della città assediata si stavano esaurendo.

Truppe comandate comandante eccezionale Oloferne. Ma in città viveva una ricca vedova che Judith, che persuase i residenti a non arrendersi, soffriva ancora. Vedendo la situazione disperata della gente, Judith decise di salvarsi orgogliosa almeno a costo del suo onore e forse anche della sua vita. Judith era molto bella e decise di usare il suo fascino femminile. Una sera si vestì e venne alle tende, dove si trovavano le truppe nemiche.

Chiese alle guardie di portarla nella tenda di Holofern per fargli regali e salutare il famoso comandante. Quando Oloferne vide Judith, si infiammò immediatamente di passione. Hanno avuto una lunga conversazione al tavolo.

Mandato il servo Oloferne. Bevve molto e si addormentò quando era mezzanotte. Poi Judith ordinò alla sua cameriera di aspettarla all’ingresso della tenda, mentre lei stessa prendeva la spada del comandante e la gettò nel suo collo, separando la testa dal corpo. Con l’aiuto di una domestica, portò Holofernes in testa alla sua città.

La gente si rallegrò e lodò Judith per l’impresa grazie alla quale la città fu salvata.

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