Dipinto di Tiziano Vecellio “Danae” da una serie di dipinti su temi poetici per il re di Spagna. La dimensione del dipinto è di 119 x 187 cm, olio su tela. Il cliente è Filippo II di Spagna, 1553-1562.
Nelle immagini, apparentemente dedicate alla dichiarazione dei piaceri sensuali della vita, la nuova tragica nota è ovviamente ascoltata. Già il suo “Danae” porta con sé nuove funzionalità rispetto al periodo precedente. In effetti, “Danae”, a differenza di “Venere di Urbinskaya”, ci colpisce con una sorta di dramma che permea l’intero quadro. Certo, l’artista è innamorato della vera bellezza della vita terrena e Danae è bellissima, per di più, francamente sensuale. Ma è caratteristico che Tiziano ora introduce un motivo di esperienza drammatica, un motivo per lo sviluppo della passione.
Il linguaggio artistico del maestro sta cambiando.
Tiziano prende coraggiosamente il colore e la correlazione tonale, combinandoli con una sorta di ombre luminose. Per questo motivo, trasmette una fluida unità di forma e colore, un contorno chiaro e una modellazione del volume morbida, che aiutano a riprodurre una natura piena di movimento e relazioni variabili complesse. In “Danae” il maestro afferma ancora la bellezza della felicità umana, ma l’immagine è già privata della sua precedente stabilità e calma.
La felicità non è più uno stato permanente di una persona, si acquisisce solo nei momenti di un lampo di sentimenti. Non per niente la chiara maestosità dell ‘”amore terrestre e celeste” e la calma felicità di “Venere di Urbinsk” sono contrastate dal sentimento di una corsa agitata di forti sentimenti.
Un confronto eccezionalmente espressivo di Danae con una vecchia cameriera ruvida, che cattura avidamente monete di pioggia dorata in un grembiule teso, seguendo avidamente il suo flusso. Il cinico interesse personale si intromette bruscamente nell’immagine: nell’opera, il bello e il brutto, il sublime e il basso si intrecciano drammaticamente. La bellezza del sentimento umanamente luminoso e libero di Danae è in contrasto con il cinismo e l’avidità grossolana.
Questo scontro di personaggi è sottolineato dal contrasto della mano ruvida e nervosa della vecchia e del tenero ginocchio di Danae, che quasi si toccano.
In una certa misura, con tutta la differenza di immagini, Tiziano qui trova una soluzione che ricorda la composizione del suo dipinto “Dinario di Cesare”. Ma lì la giustapposizione della completa bellezza morale dell’immagine di Cristo con la faccia brutta e oscura del fariseo, che incarna l’astuzia grezza e le passioni umane di base, porta all’affermazione della supremazia assoluta e alla vittoria del principio umano sulla base e crudele.
A Danae, sebbene Tiziano rivendichi la vittoria della felicità, i poteri di deformità e rabbia hanno già acquisito una certa indipendenza. La vecchia non solo mette in risalto la bellezza di Danae in contrasto, ma si oppone anche a lei. Allo stesso tempo, è stato durante questi anni che Tiziano ha creato una nuova serie di suoi dipinti davvero belli dedicati alla glorificazione del fascino sensuale della bellezza femminile.