Quadro Jacopo Tintoretto “Crocifissione”. La dimensione del dipinto è 536 x 1224 cm, olio su tela. I tragici conflitti di tempo, dolore e sofferenza delle persone sono espressi dall’artista Jacopo Tintoretto con forza speciale, sebbene, come era caratteristica dell’epoca, in una forma indiretta, nel dipinto “Crocifissione”, creato per l’abbazia della Scuola di San Rocco e caratteristico del secondo periodo dell’opera di Tintoretto.
L’immagine riempie l’intera parete di una grande piazza in termini di spazio adiacente all’enorme sala superiore. Questa composizione, che copre non solo la scena della crocifissione di Cristo e dei due ladri, comprende discepoli che si aggrappano alla croce e la folla che li circonda. Produce un’impressione quasi panoramica a causa del punto di vista dal quale viene vista, poiché la luce che penetra attraverso le finestre di entrambe le pareti laterali, per così dire, espande l’intera stanza in larghezza.
L’intreccio di due flussi di luce opposti, che cambiano mentre il sole si muove, ravviva l’immagine con i suoi colori, poi brilla, poi lampeggia, poi si spegne.
La composizione stessa non appare immediatamente davanti allo spettatore nella sua interezza. Quando lo spettatore si trova in una grande sala, nell’apertura della porta, inizialmente si vedono solo i piedi della croce e il gruppo di discepoli crocifissi. Solo, con cura e dispiacere, si appoggiano alla madre distrutta; altri nella disperata passione guardano l’insegnante giustiziato. Lui, salito dalla croce in alto sopra il popolo, non è ancora visibile. Il gruppo forma una composizione completa, ben definita e autonoma.
Ma lo sguardo di John e l’asta della croce eretta indicano che questa è solo una parte di una composizione più ampia e più completa.
Lo spettatore arriva alla porta e Cristo, un uomo bello e forte, sfinito dalla sofferenza, gli è già visibile, con una dolce tristezza che piega il viso alla sua famiglia e ai suoi amici. Un altro passo – e davanti allo spettatore che entrava nella stanza, l’enorme quadro, popolato da folle di persone, confuso, curioso, trionfante e compassionevole, si svolge nella sua interezza. In mezzo a questo mare increspato di umanità, un gruppo solitario di persone si aggrappò ai piedi della croce. Cristo è circondato da un indescrivibile splendore di colori, fosforescente contro il cielo scuro.
Le sue mani tese, inchiodate alla traversa, come se abbracciasse l’intero mondo rumoroso e rumoroso in un ampio abbraccio, benedicendolo e perdonandolo.
Il dipinto “Crocifissione” è davvero un mondo intero. Non può essere esaurito in una descrizione. Come nella vita, ogni cosa è inaspettata e allo stesso tempo necessaria e significativa.
Colpisce anche la modellistica plastica rinascimentale dei personaggi e la profonda chiaroveggenza dell’anima umana. Con crudele sincerità scolpisce l’artista e l’immagine di un comandante barbuto a cavallo, con un estatico compiacimento che guarda l’esecuzione, e un vecchio, con una triste tenerezza piegata sull’esausta Maria, e il giovane John, che rivolse lo sguardo all’insegnante morente.