Ci sono tre opere di El Greco su questo argomento. Fondamentalmente, si ripetono a vicenda, le discrepanze sono osservate in alcuni dettagli.
La versione di Dresda, la prima, non è firmata dall’autore. È più libero in termini compositivi, più semplice nel design e in primo piano l’artista ha posto i leitmotiv di genere – un cane, una borsa, una brocca – che ha escluso nelle versioni successive. Nella foto, i personaggi si avvicinano al primo piano, la complicata prospettiva degli elementi architettonici, l’influenza delle tecniche manieriste possono essere rintracciate, specialmente nella figura del giovane sul lato sinistro della foto, che voltò le spalle e indicò il cielo. Quest’opera è stata creata sotto l’influenza della Scuola di Pittura di Venezia, nel XVII secolo, la paternità è stata attribuita a Paolo Veronese e successivamente a Jacopa Bazano.
La Galleria di Parma contiene la versione meno conosciuta di Healing the Blind, dipinta a olio su tela. Probabilmente è stato scritto dall’artista alla fine del suo soggiorno a Venezia. Questo è il dipinto più piccolo di tutte e tre le Guarigioni, la tela era tagliata ai bordi, la linea di ritaglio passava almeno a destra della figura.
Rispetto alla versione di Dresda, le figure nella composizione parmense sono disposte più liberamente.
Il terzo, il più grande dei dipinti superstiti, Christ Heals the Blind, è conservato al Metropolitan Museum di New York. In questo lavoro incompiuto, l’influenza della scuola di Venezia è chiaramente tracciata. Sullo sfondo, l’artista ha raffigurato due figure così finemente sedute sul marciapiede che le piastrelle del marciapiede brillano attraverso uno strato di vernice.
Si presume che la figura più a sinistra rivolta verso lo spettatore sia l’autoritratto del giovane El Greco. Nel XVII secolo. Quest’opera era nella collezione della famiglia Farnese.
La data esatta della sua creazione è ancora sconosciuta; per lungo tempo si credeva che fosse stato scritto da un maestro all’inizio del suo breve soggiorno a Roma. Tuttavia, ora suggerisco di scriverlo a Venezia, quindi trasportato a Roma. Alcuni ricercatori ritengono che sia stato creato nell’intervallo tra i dipinti di Dresda e Parma. Quest’opera era stata precedentemente attribuita a Tinoretto, in seguito veronese.
Una copia del diciassettesimo secolo è conservata a Madrid.