Dipinto del maestro dell’accademismo bolognese Guido Reni “Atalanta e Ippomene”. La dimensione del dipinto è di 206 x 297 cm, olio su tela. Questo dipinto dell’artista italiano risale al primo periodo creativo di Guido Reni, la seconda versione del dipinto fu creata nel 1622-1625, conservata nel Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli.
Atalanta – Violet, figlia di Schönei, era famosa per la bellezza e la rapidità della corsa.
Offrì a ciascuno dei cercatori della sua mano di competere nella corsa e lui, disarmato, dovette correre avanti, lo seguì con una lancia; se non lo avesse raggiunto, l’avrebbe riconosciuta come il suo fidanzato, altrimenti sarebbe inevitabile la morte. Molti giovani caddero dalle sue mani, mentre Ippomene, figlio di Megara o Ares, superò Atalanta con l’aiuto di Afrodite.
La dea gli ha dato delle mele d’oro, che gli Ippomane hanno lasciato cadere separatamente durante la corsa. Allevandoli, Atalanta è rimasto indietro, e Ippomene è stato il primo a raggiungere l’obiettivo. Ma ha dimenticato di ringraziare Afrodite; volendo vendicarsi di Ippomene, la dea suscitò in lui una passione così forte che Ippomene abbracciò la sua sposa nel santuario di Zeus o Tsibela.
Tsibela arrabbiato li ha trasformati in leoni. In generale, i miti su Atalanta sono spesso mescolati e sono in relazione con idee su Artemide.