Il dipinto L’Adorazione dei Magi fu dipinto nel 1573 come composizione d’altare per la chiesa di San Silvestro a Venezia. Tutto ciò che Veronese ha raggiunto come maestro maturo è già visibile in esso. Qui vediamo un paesaggio arioso e ben scritto.
Con parti del presepe in cui è nato Cristo, gli elementi dell’architettura antica con i suoi archi, balaustre e capitelli sono inaspettatamente armoniosi. Un raggio di luce che penetra in questo spazio dal cielo, dalla massa di persone e animali, distingue la figura della giovane Madre di Dio con il Bambino in grembo. Un vecchio in rosso si sporse verso di lei, apparentemente questo è San Giuseppe. Il giovane pastore tiene in braccio il cane, osservando con interesse ciò che sta accadendo. Dall’altra parte di Maria ci sono i saggi inginocchiati che vennero dal Salvatore appena nato, con doni.
Sullo sfondo c’è il loro grande seguito.
L’artista ha prestato molta attenzione a mostrare quanto siano lussuosi i loro vestiti, specialmente Belshazzar, che si inginocchiò davanti a Maria. L’artista ottiene un forte effetto cromatico dalla diversità delle tonalità calde e fredde, che rende la tela brillantemente decorativa. In trame su temi evangelici o biblici, Veronese, l’amata di Venezia, scrive i suoi contemporanei: volti, vestiti e persino gesti.
I suoi dipinti sono più completi dell’opera di Tiziano, incontrano i gusti dei comuni veneziani.
Come pittore, non è quasi inferiore al grande maestro, colpendo la sua capacità di subordinare tutti i numerosi dettagli al design complessivo della tela. Ma nelle sue opere c’è meno di quella riflessione filosofica sul destino della vita, che ci affascina nei dipinti di Tiziano.