San Matteo nel suo Vangelo parla di saggi dall’Oriente, che al tempo della Natività di Cristo vennero a Gerusalemme e chiesero dove fosse il re nato di Giudea. Dopo aver appreso questo, re Erode si allarmò e li mandò a cercare Gesù a Betlemme. Indicando la strada, una stella si alzò di fronte a loro. Quando i saggi cercarono Maria e suo Figlio a Betlemme, si inchinarono al divino Bambino e gli presentarono doni: oro, incenso e mirra.
La scena in cui i saggi adorano il Cristo bambino è chiamata Adorazione dei Magi.
C’è una tradizione di raffigurare i Magi come re, poiché nel Salterio è scritto: “I re di Tarshish e le isole gli offriranno un tributo… e tutti i re lo adoreranno”. I Magi, secondo la tradizione cristiana, erano chiamati Caspar, Melchior e Valtasar. I doni che hanno portato a Cristo hanno un significato simbolico: oro per il re, incenso per il Figlio di Dio, e mirra, che è un simbolo di morte, per il Sofferente.
Per un cristiano, questi doni simboleggiano il portare benessere, forza a Cristo, ed esprimono anche ammirazione per Lui e disponibilità a servirlo.
Il Ghirlandaio ricevette un ordine per la grande “Adorazione dei Magi” per l’altare dell’Ospedale degli Innocenti nel 1485. Il cliente era l’abate Francesco di Giovanni Tezori, che era molto preoccupato per i tesori artistici dell’Ospedale. L’altare fu completato nel 1488 – la data è scritta in alto a destra dell’antico architrave: “MCSSCLXXXVIII”.
La sua attribuzione di Ghirlandaio – ovviamente, con la partecipazione del seminario – non è mai stata messa in dubbio. Vasari scrive in dettaglio su questa immagine dell’altare: “Nella chiesa degli Innocenti, scrisse in temperato sull’albero dei Magi, altamente approvato. grazia, che sono disponibili solo per l’arte nel rappresentare la madre del Figlio di Dio “.
L’opera è datata e risale a quando Ghirlandaio e i suoi assistenti lavorarono agli affreschi della grande cappella della chiesa di Santa Maria Novella. Anche immenso paesaggio inondato di luce; un muro in profondità non chiude affatto la prospettiva e non riduce lo spazio, ma contribuisce al suo aumento. Su richiesta dell’abate Tezori, la predella dell’altare illustrava gli episodi della vita di Maria. Le scene sono state scritte da uno degli allievi del Ghirlandaio, Bartolomeo di Giovanni, come confermano i documenti e la lunghezza caratteristica delle figure.
L’Adorazione dei Magi rimase nell’altare fino al 1786, quando fu rifatto l’interno della chiesa e l’immagine fu posta sul muro dietro l’altare.