La tentazione di Sant’Antonio – Max Ernst

La tentazione di SantAntonio   Max Ernst

Nel 1929, Andre Breton definì Ernst un artista che “possiede l’immaginazione più illusoria del mondo”. Queste parole sono state pronunciate durante una conferenza dedicata al romanzo di Ernst’s Collected Woman’s Chapters Woman, ma possono essere completamente attribuiti al film The Temptation of Saint Anthony, che ha vinto il concorso per il diritto ad essere mostrato nel film basato sul romanzo di Guy de Maupassant “Caro amico”.

Nel catalogo pubblicato per il concorso, Ernst scrisse della sua immagine: “Immergendosi nell’oscurità, la mente indebolita di Antonio grida aiuto, ma il suo grido di orrore viene echeggiato solo dalla superficie calma dell’acqua e soffocato dalle risate dei mostri generati dall’immaginazione del santo”. Ernst raffigura terribili mostri con artigli e zanne, divorando Sant’Antonio vivo sulla sua tela. Questa immagine può essere considerata il culmine di un ciclo di opere create da Ernst negli anni ’30, quando l’artista si rivolse all’immagine di fitte foreste e mostri, volendo trasmettere l’allarme che lo attanagliava.

Ernst scrive i suoi mostri in modo molto dettagliato, nel pieno rispetto delle tradizioni della pittura del Nord Europa. La sua immagine ricorda i dipinti dell’artista del XV secolo Matías Grünewald, sebbene Sant’Antonio di Ernst fosse raffigurato in una posa molto meno maestosa di quanto non fosse l’usanza dei vecchi maestri.

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