Harem preferito – Rudolph Ernst Peierls

Harem preferito   Rudolph Ernst Peierls

L’harem preferito dall’artista-orientalista austriaco Ernst Rudolph ha preferito scrivere trame dal sapore orientale. Nonostante la sete di impressioni e interesse per l’Oriente, la sua brama di trame marocchine e persiane si manifestò solo all’età di trent’anni. Fino ad allora, Rudolf Ernst viveva a Roma, e poi a Parigi, dove scrisse con calma le solite tele per gli europei.

Intorno al 1885, Ernst si dedicò interamente al Medio Oriente, raffigurando scene della vita dei sultani persiani, la vita dei pellegrini africani, complessi architettonici e un paesaggio sensuale.

La tela “Favorite harem” è stata scritta da Ernst sotto l’influenza dei viaggi orientali. L’autore conosceva la vita dell’harem praticamente dall’interno, facendo numerose “incursioni” a Costantinopoli, Egitto e Turchia. Ornamenti complicati sulle pareti e sul tappeto, su cui si trovano i personaggi principali, testimoniano la sua osservazione e la scrittura dall’originale, torneremo a loro un po ‘più tardi.

Scopri i numerosi intricati arabeschi sui mosaici ceramici e sui dipinti murali. In alcuni punti, la palmette persiana e un complesso motivo ornato trasmesso con precisione dall’artista “vedono attraverso”.

L’abbondanza di colori bordeaux e rosso carminio è data ai preferiti dal sapore pepato. Lo spazio oscuro ispira lo spettatore con l’intimità a cui i personaggi vengono traditi. Ci sono molte semioscurità e ombre profonde, anche se è chiaro che il sole irrompe dalle vetrate con strisce multicolori. East harem.

Cosa sapeva l’autore di lui? Alcuni harem erano costituiti da diverse centinaia di mogli e concubine. Ernst non ha cercato di mostrare le atrocità o la lussuria del proprietario.

Al contrario, il gentiluomo interpretato dall’autore è gentile e sensibile, insieme ai suoi lineamenti severi e alla stanchezza assoluta. Come è inclinato il corpo del marito e quanto sono fragili i gesti della sua padrona, si può giudicare la conversazione sincera dei personaggi. Il silenzio opprimente e la freddezza costringono l’immaginazione a disegnare un dialogo completamente modesto di persone con un mezzo sussurro.

L’intera tela è punteggiata dai prefissi “semi”: crepuscolo, mezz’ombra, mezzogiorno, metà chiacchiere e così via: Ernst ha dotato gli eroi di un perfetto idillio familiare, come se non ci fossero enormi ammassi di femmine di età diverse nelle pareti del palazzo. Forse questo è l’unico che dà consigli al suo padrone, dà amore altruistico, senza chiedere in cambio fama e incoraggiamento?

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