Dopo aver subito il primo ciclo di cure nell’ospedale di Saint-Rémy, Van Gogh non aveva fretta di dimettersi. I medici non hanno escluso la possibilità di esacerbazione della malattia mentale. Ma la continuazione del ricovero in ospedale non è dell’artista, perché gli è stato permesso di disegnare. Van Gogh ha trovato un motivo per la creatività ovunque: negli interni dell’ospedale, e nel suo aspetto, e, naturalmente, nel grande giardino selvaggio che si estendeva attorno ad esso.
Fu ispirato dai grandi alberi secolari intrecciati con edera e dall’erba incolta che cresceva sotto di loro.
In questa immagine, Van Gogh si è concentrato sulla luce del sole. Penetrando attraverso le fitte corone di alberi, la luce cade sulle parti ombreggiate della terra e la copre con un solido tappeto di punti luminosi. L’immagine è scritta in tratti caotici sparsi che la rendono decorativa e condizionale.
Contrariamente alle opere parigine dell’artista, questa immagine è scritta quasi in bianco e nero, con l’aiuto di combinazioni contigue di toni freddi. Le aree d’ombra sono realizzate in penombra blu luccicante, appena allocata. Anche la luce, il cui spettacolo ha tanto affascinato l’artista, è raffigurata fredda e inospitale.
Per il dipinto, Van Gogh ha scelto un angolo di visione piuttosto insolito, dal basso verso l’alto. Questa tecnica è chiamata “prospettiva della rana”. Prese in prestito da stampe giapponesi, che Van Gogh copiava spesso.