L’immagine di Joachim Eyteval “Muggine e Procida” ha anche un altro nome: “Morte di Procida”. Dimensioni del dipinto 130 x 98 cm, olio su tela. La base della creazione dell’immagine servì come l’antico mito greco. Procrida, nella mitologia greca, è la figlia del re attico Erechtel, moglie di Kefal.
Un giorno, quando Kefal stava cacciando in montagna, Eos lo vide e si innamorò di lui.
Per raffreddare l’amore della sua rivale Procida, le mandò Kefal nella forma di una sconosciuta, che, offrendo i suoi doni geniali, la convinse a rompere l’adulterio, dopo di che assunse il suo vero sguardo. Vergognoso Procrida fuggì a Creta, dove si unì alle amiche di Artemide, i cacciatori. La dea le diede un cane, veloce come il vento e la lancia, senza perdere nulla.
Al suo ritorno in Attica, incontrò Kefal, che, senza riconoscerla, le offrì il suo amore se gli avesse dato il suo cane e una lancia. Quindi si aprì a lui e lo accusò a sua volta di infedeltà.
Successivamente, la coppia si riunì di nuovo e visse felicemente per qualche tempo. Un giorno, la triglia andò a caccia e, abbattuta dal caldo, iniziò a chiamare l’Aura per rinfrescarla. Procrida sentì per caso questa chiamata, e credendo che suo marito stesse chiamando una ninfa, si nascose più spesso per seguirlo. Udendo un fruscio vicino a lui e credendo che una bestia selvaggia si intrufolasse, Kefal mirò con una mancata lancia e uccise Procord.
Condannato dall’Areopago, Kefal andò in eterno esilio e nella sua vita successiva fece molte imprese.
Cefalù fu anche attribuita alla fondazione del tempio di Apollo sul promontorio di Levkatskiy, da dove egli stesso si precipitò in mare. Il bellissimo cacciatore Kefal, rapito dall’alba, è la personificazione delle stelle che muoiono prima dell’alba; Procris, ora scomparendo, ora riapparendo a suo marito, è la luna. Sulle più antiche terrecotte e vasi ci sono immagini di Kefal portate via da Eos e in seguito fuggite dalle sue persecuzioni, nonché immagini della scena dell’omicidio di Procris.