La tela, delicata, calda, strana – “Tre età di una donna”, fu scritta non meno scandalosa dei suoi dipinti, dall’artista – modernista Gustav Klimt nel 1905. Per la prima volta queste donne furono offerte al pubblico nel 1908, tra le altre opere dell’autore, e furono immediatamente acquisite dalla Galleria Nazionale Romana di Arte Moderna.
Oltre alla trama più interessante con una brillante allegoria e la personificazione della caducità della vita, il film cancella l’erotismo nel senso che Klimt ha investito in ogni donna, creando il suo – il terzo piano delle creature di Klimtov, erotico, affascinante, a volte angolare e incongruo.
Le “tre età di una donna” sono state ripetutamente descritte dalla critica, dagli esperti e dal pubblico, ma le sfumature dell’esperienza visiva erano simili: l’immagine è simbolica, riflette i tre stati di una donna, come la culla di tutta l’umanità, c’è una metamorfosi di rinascita e un “danno” del guscio, e il dolore della perdita degli anni passati, l’ingenua assurdità della giovinezza e il sonno sereno dell’inizio… L’immagine di Klimt non ha solo profonde implicazioni, è laboriosa nell’esecuzione, complessa nella tecnica pittorica e multistrato. Oltre al trio femminile – un bambino, un giovane, una vecchiaia – nell’immagine è velato un simbolo fallico.
Apparentemente, come parte integrante della concezione della vita e della continuazione della razza umana.
Un’interessante selezione di soluzioni di colore per ciascuna delle incarnazioni. Vecchiaia ossuta con pelle mortalmente pallida, secca e trasparente all’azzurro delle vene sulle mani. Questi capelli asciutti, la mano che copre gli occhi macchiati di lacrime, l’elasticità perduta del corpo, intervallata da increspature di rughe blu-grano… Una donna morente è l’inevitabile fine del primo principio. Ma il corso intermedio della vita è la giovinezza, la giovinezza, la freschezza sotto forma di una ragazza dai capelli rossi. È liscio come un foglio, bianco, senza tratti ruvidi.
Sonnolenta Lei, protegge quello che dorme sonno sereno infantile. La gioventù ricorda ancora l’infanzia, appena entrando in una vita matura con un piede nudo e sottile. E il bambino, la ragazza, minuscola e non protetta – il suo corpo è nudo, incontaminato – pulito, quale dovrebbe essere l’inizio di una nuova vita.
Le tre fasi della vita umana sono incarnate nella pittura di Klimt e sono facilmente riconoscibili. Nonostante la frammentazione della giovinezza e della vecchiaia, tutti i cicli della vita sono collegati sia dal principio femminile che dalla calma dei personaggi: questa è una storia sull’inevitabilità e sulla natura ciclica della vita e della morte, bella e vivida. Il frammento “Tre età di una donna” è stato preso per adornare il dritto di una moneta da 50 euro del 2003 emessa in Italia.
Questa moneta commemorativa in oro puro simboleggia la moderna valutazione “bassa” della vita umana in termini monetari, quando l’esperienza e la saggezza mondana non valgono nulla nella vita e sono così preziose al suo completamento. Ma per i soldi non puoi comprare la vita, resta da piangere, ricordare e rimpiangere…