La trasfigurazione del Signore, compiuta quando Gesù Cristo percorse metà del suo cammino terreno, è descritta nel modo più completo nel Vangelo di Matteo. L’evangelista testimonia: “Gesù prese Pietro, Giacomo e Giovanni, suo fratello, e li portò su solo su un’alta montagna, e fu trasfigurato davanti a loro: e il suo volto splendeva come il sole, ma i suoi vestiti divennero bianchi come la luce. Ed ecco, Mosè e Elia, conversando con Lui. “
Dopo poco tempo, dal cielo venne una voce fragorosa che annunciava agli apostoli: “Questo è il Mio beneamato Figlio, di cui mi fa molto piacere; ascoltatelo”. Inoltre, Matteo dice: “E quando i discepoli udirono, caddero in faccia e furono molto spaventati. Ma Gesù procedette e li toccò e disse: alzati e non avere paura.
Dopo aver alzato gli occhi, non videro nessuno, tranne Gesù solo”.
Bellini, nel suo solito modo, leviga un po ‘il dramma dell’evento. Ad esempio, fa di un’alta montagna biblica una piccola collina e raffigura Pietro, Giacomo e Giovanni non per caduta prostrata, ma semplicemente seduto per terra. La grandezza di ciò che sta accadendo lo spettatore deve capire, vedendo lo splendore che emana dalla figura di Cristo in abiti bianchi.
Questo splendore simboleggia la natura divina del Salvatore. Nel mondo cattolico, la festa della Trasfigurazione del Signore è sempre stata celebrata il 6 agosto, ma il paesaggio di Bellini sembra piuttosto autunnale. È possibile che la vernice, in precedenza quella verde, sia diventata opaca con il tempo e l’immagine sia diventata di una tonalità marrone-giallastra.