C’è una certa ironia del destino in questo: Polenov è un genio generalmente riconosciuto della pittura di paesaggio, egli stesso ha considerato i dipinti più importanti della sua opera, dipinti su temi religiosi. Una di queste opere è “Sul lago di Tiberiade”.
Il pittore adorava moltissimo la narrazione evangelica, considerava le trame ingenue, pure, umane con un’alta etica morale. Nelle sue opere, Polenov seguì le parole di Cristo, che si definiva Figlio dell’uomo e il pittore lo rappresentava in questo modo. Una delle opere più significative in cui interpreta Cristo è il quadro presentato.
Lo spettatore vede come lungo la riva, completamente coperto di pietre e massi, il Salvatore vaga, lentamente e con calma.
L’intero lato emotivo dell’immagine è interamente costruito sul paesaggio. La superficie acquosa quasi serena, leggermente increspata da un cielo increspato e senza nuvole, riprodotta in una deliziosa tavolozza blu e turchese, conferisce all’immagine pace e chiarezza interiore. Anche i dolci pendii delle montagne sembrano rafforzare questa atmosfera.
Così armoniosamente, tra tutta questa insuperabile bellezza vergine, l’uomo è iscritto.
Nonostante l’idillio incarnato nel film, non è affatto privo di dinamica e ritmo interni. Solo questo tempo è molto lento e considerevole. L’autore ha raffigurato un pezzo di mondo in cui Dio è ancora vivo, dove i suoi piedi toccano la terra, dove i suoi passi senza fretta portano l’illuminazione e la pace.
Dopo aver presentato questa immagine per la prima volta insieme ad altre opere su argomenti religiosi, Polenov divenne immediatamente il centro dell’attenzione. Profondi pensieri filosofici, semplicità, accessibilità, cordialità, che il pittore pone nei suoi quadri, non possono passare inosservati al pubblico. Era una visione e una lettura completamente nuove delle trame cristiane.
I critici professionisti esigenti e il pubblico comune hanno risposto alle immagini con le parole più entusiaste.